È iniziato questa mattina in Corte d’Assise a Foggia (presidente Talani), il processo a carico dell’ex fuggiasco Cristoforo Aghilar, per l’omicidio di Filomena Bruno avvenuto ad Orta Nova nel pomeriggio del 28 ottobre 2019.
Aghilar era presente in videoconferenza dal carcere di Vicenza e per il momento non ha fatto alcuna dichiarazione.
In apertura di udienza, il pubblico ministero Rosa Pensa ha subito contestato all’imputato una nuova aggravante da ergastolo, cioè quella di avere assassinato una donna che già era stata vittima di stalking da parte dello stesso Aghilar.
Il difensore dell’imputato, l’avvocato Marco Merlicco, ha proposto una serie di eccezioni processuali e quindi la Corte si è aggiornata all’udienza del 7 maggio, dove cominceranno ad essere sentiti i primi carabinieri che si occuparono delle indagini subito dopo il brutale femminicidio.
Il difensore delle parti civili, l’avvocato Michele Sodrio, che già in passato aveva insistito per contestare ad Aghilar anche quella aggravante, commenta così l’udienza di oggi: “Credo che fosse un atto dovuto da parte della procura contestare all’imputato questa ulteriore aggravante da ergastolo, oltre alla premeditazione, perché il codice penale prevede espressamente che se lo stalker giunge addirittura ad uccidere l’oggetto della propria ossessione, quello che rappresenta il classico caso di femminicidio, deve essere comminata la massima pena, cioè l’ergastolo. I parenti di Filomena Bruno non sono riusciti ad essere presenti in aula oggi, nonostante lo avessero voluto fortemente, perché all’ultimo momento sono stati presi tutti da una fortissima ansia, al solo pensiero di stare nella stessa aula con Aghilar collegato in videoconferenza. Siamo fiduciosi che il processo entri al più presto nel vivo”.