Il Ministero dell’Istruzione si costituisce e chiede il risarcimento dei danni alle maestre imputate per le presunte violenze in un asilo di Carapelle.
È proseguita mercoledì davanti al gip Protano del Tribunale di Foggia l’udienza preliminare contro le quattro maestre, accusate di numerosi episodi di maltrattamenti ai danni di diversi piccoli alunni dell’asilo comunale di Carapelle (i fatti risalgono ad un periodo da ottobre 2018 ad aprile 2019). A giudizio una maestra di Orta Nova di 66 anni, una foggiana di 57 anni, un’altra foggiana di 42 anni e una di Stornarella di 50 anni.
In udienza c’è stato un colpo di scena, si è costituito in giudizio il Ministero dell’Istruzione tramite l’Avvocatura dello Stato, dopo la richiesta di chiamata in causa delle parti civili, ma contemporaneamente l’amministrazione centrale chiede di costituirsi a sua volta parte civile contro tutte le imputate, riconoscendo esplicitamente che ci sono stati dei comportamenti gravi da parte delle maestre, con danni anche all’immagine dello stesso ministero. Nell’atto di costituzione dell’Avvocatura dello Stato, che la nostra testata ha potuto leggere, l’amministrazione chiede alle imputate diverse voci di danno, riconoscendo indirettamente che i fatti sono gravi e soprattutto le prove molto pesanti a carico delle maestre. Il giudice Protano ha rinviato alla prossima udienza del 21 aprile a causa dell’astensione dalle udienza proclamata dagli avvocati penalisti di tutta Italia e quindi si pronuncerà sulla contemporanea costituzione del Ministero sia come responsabile civile, sia come parte civile contro le sue stesse dipendenti, fatto molto raro ed inusuale.
Così Michele Sodrio (foto sopra), uno dei difensori di parte civile e colui che per primo aveva chiesto di chiamare in causa il Ministero dell’Istruzione: “Devo far presente che si tratta di una richiesta molto rara dell’amministrazione, che di solito si limita a contestare l’accusa a carico dei suoi dipendenti, ma in questo caso evidentemente le prove non possono essere ignorate o sminuite, trattandosi di riprese video e registrazioni audio assolutamente chiare ed incontestabili. Gli episodi sono moltissimi e i bambini hanno subìto pesanti danni psicologici, che si manifestano ancora oggi. Vedo un aspetto positivo per noi nel riconoscimento indiretto ma chiaro delle responsabilità di queste maestre, che devono essere sospese e senza stipendio, in attesa della conclusione del processo. Sono persone indegne di continuare a svolgere il loro delicato ruolo. Aspettiamo la decisione del giudice e ci prepariamo ad affrontare il futuro dibattimento, sperando che i tempi del processo non siano troppo lunghi”.