“C’è una bomba in città con la commissione d’accesso e la maggioranza Landella che fa? Pensa a votarsi il presidente, contenti loro, se pensano di essersi ricompattati e di poter andare avanti come se nulla fosse successo”. È fatalista l’emilianista Rosario Cusmai, membro di staff del governatore Michele Emiliano, tra i civici che avevano deciso di seguire la scelta delle dimissioni collettive. Il dimettiamoci tutti non ha fatto proseliti, cosa più che prevedibile, ma la realtà ne ha certificato con forza il fallimento, cementando landelliani e dubbiosi chiamati uno ad uno dal sindaco.
Due volte dal notaio, il Pd e le altre forze non sono riuscite ad aggregare altri eletti dimissionari in modo da metter fine all’amministrazione del sindaco Franco Landella. Con la sola esclusione di Leo Iaccarino, risentito col centrodestra per altri motivi, si può dire che la strategia del centrosinistra sia stata una mera disfatta dal punto di vista politico. I tanti esitanti, per motivi etici, morali e di convenienza politica, pur sollecitati dal segretario cittadino del Pd Davide Emanuele e dal leader Pippo Cavaliere, si sono poi presentati al Consiglio zoom e hanno votato per Lucio Ventura presidente, senza troppe remore.
“Si sono votati il presidente, ma da parte nostra non c’è un brogliaccio da seguire. Vogliono il Governo dei migliori? Vuol dire che azzerando tutto ammettono che adesso ci sono i peggiori. Noi siamo la minoranza, non ci facciamo dare lezioni di bon ton da loro. Il tempo della pace sociale è finito”, conclude Cusmai a l’Immediato. Insomma con le dimissioni annullate, gli eletti decideranno cosa fare. Disertare il consiglio comunale fino al pronunciamento della Commissione e del Governo? Proseguire con un atteggiamento d’Aventino, lasciando che tutto sia sbrigato dai 20 uomini e donne della coalizione Landella?
I debiti fuori bilancio sono un altro accapo che sarà votato solo dalla maggioranza, se avrà e troverà i numeri ancora una volta. “Noi continueremo a fare opposizione”, ratifica il capogruppo del M5S Giuseppe Fatigato. Rinviata al mittente qualsiasi ipotesi di governo condiviso della macchina amministrativa. Forza Italia e Fratelli d’Italia sono avvisati. Di certo ora appare difficile comprendere quale possa essere la decisione giusta, tanto più che alcuni nella maggioranza – Raffaele Di Mauro e Ciccio D’Emilio – invocano un governo di salute pubblica.
Proprio D’Emilio nel corso dello scorso consiglio è stato sbrigativamente messo a tacere dal sindaco: le sue parole, come quelle di Giandonato La Salandra non sono ben accolte nel centrodestra. Chi cerca la riflessione e il lavoro sui temi e sulla legalità più che sulle poltrone risulta scomodo. Chi rimarca la necessità di una profonda revisione delle ragioni amministrative dello stare insieme è un grillo parlante. Del resto il primo cittadino non può mettere in panchina persone come Sergio Cangelli, Anna Paola Giuliani e Claudia Lioia. E la maggior parte degli eletti sembra voler fingere che non ci sia stato nessun inciampo.