Opposizioni assenti compreso il presidente pro tempore Giulio Scapato, sostituito dal vice Dario Iacovangelo. Si riparte nella maggioranza Landella rinviando il problema ad un fantomatico “governo dei migliori”, governo tecnico. Ritornano nei ranghi anche Max Di Fonso e Danilo Maffei per votare Lucio Ventura presidente d Consiglio. “Il saggio”, come lo ha chiamato il sindaco. Che, senza i quattro quinti dell’aula, ha avuto bisogno di 3 votazioni per essere eletto dalla sola maggioranza, che alla fine ha perso il solo Leo Iaccarino dalla sua compagine iniziale ormai rinnovata dalle surroghe di Antonio Bove per Bruno Longo e Paolino Torre per il compianto Alfonso Fiore.
Tutti dissolti i dubbi dei mirandiani e degli altri tormentati delle ultime ore. Si va avanti, con la Commissione d’accesso negli uffici.
20 voti per Ventura. 19 uomini e donne per Franco Landella.
“La città si deve stringere intorno all’amministrazione. La verifica sulle infiltrazioni mafiose riguarda molti anni. Riflettiamo bene”, ha detto Ciccio D’Emilio ancora una volta zittito dopo il suo intervento.
“Visto che dall’inizio questa amministrazione è stata una avventura, abbiamo adesso Ventura”, ha detto il sindaco con una battuta che è stata anche un sollievo, forse momentaneo.
Un diktat più o meno velato è arrivato da Forza Italia nelle parole di Raffaele Di Mauro.
“Questo è un voto istituzionale e non politico e sarebbe stato doveroso che a ricomporre l’ordine del funzionamento dell’assise ci fossero anche le opposizioni. È un momento doloroso perché aleggia il dubbio che in questa città la forza mafiosa possa influenzare l’azione amministrativa. È un dubbio che ci insegue da troppo tempo, in un articolo della Gazzetta del 2013 già si parlava di zona grigia. Per primo ho lanciato un messaggio per un governissimo, il mio appello è caduto nel vuoto. Servono una pacificazione istituzionale e il confezionamento di un governo dei tecnici, un governo dei migliori con un cronoprogramma con le cose che si possono fare senza nessuna ansia da prestazione. La politica deve fermarsi e guardarsi negli occhi. I partiti non possono pretendere nulla, chi parla di poltrone è fuori ogni logica. Se l’operazione dei migliori non si dovesse fare, non si potesse fare o non si riuscisse a fare, Forza Italia si sentirebbe libera da ogni vincolo”.