Il 4 marzo 2020, esattamente un anno fa, il Calcio Foggia 1920 si apprestava a raggiungere il campo di Troia per l’allenamento. Sembrava una giornata come le altre, ma una tragedia sconvolse l’animo di tutta la “famiglia” rossonera. Durante il viaggio perse la vita, a causa di un incidente stradale, Antonio Cianci, magazziniere rossonero. Antonio lasciò prematuramente la moglie e tre splendidi bambini a soli 38 anni, ricevendo il cordoglio di tutto il capoluogo dauno. Ermanno Fumagalli, attuale portiere dei satanelli, lo ricorda così ai nostri microfoni: “Anto era una forza della natura, un ragazzo sempre disponibile con tutti e con un cuore grandissimo.” Il giorno del tragico incidente, Antonio Cianci era in macchina con Alessio Pertosa, ex difensore rossonero, rimasto illeso. L’attuale calciatore del Cerignola a l’Immediato ci tiene a sottolineare il rapporto che aveva con il trentottenne scomparso lo scorso anno: “I ricordi che mi legano ad Antonio sono tanti. La nostra amicizia è nata quando avevo 17 anni e mi allenavo in prima squadra. Antonio si è da subito messo a disposizione per qualsiasi cosa, sempre sorridente, ed era il primo a darmi una pacca sulla spalla quando ero giù di morale. L’ultimo anno, poi, il nostro rapporto si è rafforzato ancora di più poiché ogni mattina mi aspettava allo stadio per andare al campo insieme. Eravamo diventati inseparabili e a volte andavamo a cena insieme per farci due risate. Il suo ricordo vive dentro di me e sono certo che sarà sempre al mio fianco anche adesso che non c’è più”.
Tra i componenti della rosa dello scorso anno del Foggia c’era anche Francesco Viscomi. Anche lui era molto legato ad Antonio Cianci e ai nostri microfoni ha svelato alcuni aneddoti della loro amicizia: “Consideravo Antonio come un compagno di squadra. Un bel ricordo che ci lega è il tatuaggio che gli feci: un 13, mio numero di maglia e giorno dell’onomastico di Antonio. Inoltre la settimana prima del tragico incidente la mia compagna e mia figlia vennero a vedere la partita contro il Brindisi e Antonio rimase lì con loro al campo dopo la partita perché noi calciatori eravamo impegnati con il test antidoping. Lui regalò una maglietta del Foggia a mia figlia Rebecca, che lei custodisce ancora nel suo armadietto. Antonio era una persona dal cuore enorme”. (In alto, il compianto Cianci con Viscomi e Pertosa)