“Nei mesi passati diverse studentesse sono state vittima di molestie da parte di uno o più soggetti che hanno preso i loro numeri di telefono tramite i gruppi whatsapp che si usano, in tutte le università italiane, per scambiarsi informazioni e ricevere comunicazioni”. Lo riporta in una nota il sindacato universitario Link Foggia esprimendo la propria solidarietà alle vittime. Un fantomatico ragazzo, dopo essersi insinuato nei gruppi, acquisiva i numeri di alcune studentesse (soprattutto matricole) per poi contattarle in privato. Inizialmente inviava loro messaggi banali per chiedere informazioni su alcuni percorsi di studio, poi partiva con una serie di audio affermando di avere una disabilità e di essere costretto su una sedia a rotelle. “Mi stanco a scrivere, rispondimi con un audio”, era la richiesta avanzata alla vittima. Il giovane diventava sempre più esplicito, arrivando a fare complimenti anche piuttosto pesanti, per poi passare all’invio di foto di genitali maschili. Insomma, vere e proprie molestie sessuali. Seppure online.
“Gli eventi che hanno interessato un numero significativo di studentesse, tanto nella nostra Università quanto in diverse altre nel paese, sono inaccettabili. Questi episodi confermano che, purtroppo, nessuna è al sicuro. I comportamenti molesti, infatti, sono purtroppo ben radicati nella nostra società, e interessano senza dubbio anche la vita universitaria e in generale la vita ‘digitale’”. A dichiararlo è Michele Cera, coordinatore di Link Foggia.
“Esprimiamo la nostra solidarietà alle vittime, confermando l’impegno nel costruire un’Università che sia libera da queste forme di prevaricazione, accessibile e accogliente per tutte. Confidiamo, inoltre, che l’Università di Foggia, nel confermare a sua volta il grande impegno profuso nel garantire il contrasto ad ogni forma di discriminazione, esprima la sua vicinanza a queste studentesse. La lotta contro le molestie, le violenze e ogni forma di discriminazione deve essere una battaglia fondamentale del nostro ateneo. Oltre ad un intervento della pubblica autorità, che sia volto a tutelare le vittime, è necessario che si prosegua in un’opera di sensibilizzazione che prevenga episodi futuri, e liberi i nostri spazi da ogni forma di sessismo. La strada, ne siamo tutti consapevoli, è lunga; ma da questi episodi si deve uscire con un clima di maggiore fiducia e senso di comunità, che deve essere garantito dalle istituzioni e dagli stessi componenti della comunità accademica. Da parte nostra, come sindacato delle studentesse e degli studenti universitari – conclude Cera – vi è la piena volontà di continuare a fornire un contributo a questa battaglia, anche utilizzando gli strumenti che abbiamo a disposizione in questa fase così difficile”.