“La democrazia non avrebbe luogo senza giornalismo. Ma stiamo vivendo una fase particolare, contrassegnata da accuse gravissime nei miei confronti pubblicate da un ‘giornale’ locale, che negli ultimi tempi sta innescando una campagna diffamatoria finalizzata a ledere l’immagine del sottoscritto e di altre persone che non hanno nessun rilievo pubblico”. Così il consigliere comunale di Foggia, Danilo Maffei dopo alcuni articoli comparsi sulla stampa locale.
In una nota, il giovane politico del centrodestra si difende: “Probabilmente per ragioni ideologiche e con fini che non riesco a comprendere, si sta provando a intaccare l’immagine di un politico giovane, impegnato quotidianamente a migliorare le sorti di una città perennemente in sofferenza, anche a causa di certe dinamiche che bloccano ogni aspirazione o desiderio di cambiamento. Sono il consigliere comunale più giovane della massima assise foggiana. Da anni mi impegno con passione e abnegazione per la mia città, mentre qualcuno, diffamando, prova a vanificare ogni mio sforzo. Dal 2017 ho ricoperto la carica di responsabile provinciale del Dipartimento turismo della provincia di Foggia (Forza Italia), restando umile con i piedi per terra , sempre disponibile con i valori che mi contraddistinguono e con l’amore incondizionato per la mia Città e la Capitanata. Vorrei continuare a farlo con la solita propensione all’ascolto dei bisogni, non piegato da chi per fini oscuri vorrebbe interrompere il percorso tracciato negli anni”.
E ancora: “I contenuti pubblicati in questi giorni e che mi tirano in ballo sono un dubbio esempio di giornalismo (una professione, ribadisco, decisiva per la democrazia), perché pieni di affermazioni palesemente false e diffamatorie. Due passaggi, in particolare, sono gravi e danneggiano la vita di privati cittadini che non hanno nessun ruolo pubblico. Nel dettaglio, non sono sposato con la coordinatrice delle bidelle della cooperativa presieduta da mio padre (così come falsamente riportato nell’articolo). E non sono socio della società. Questi due elementi, da soli, smontano il castello diffamatorio. Tale campagna diffamatoria non fermerà il mio impegno civile in difesa della mia terra e della mia gente. Proprio per questo, intendo far valere i miei diritti in sede giudiziaria, proponendo denuncia-querela nei confronti di chi continua ad accusarmi ingiustamente”.