Non si trova in una situazione facile il governatore della Regione Puglia, Michele Emiliano. Pur avendo guadagnato con la proclamazione degli eletti ben 2 consiglieri, passando da 27 a 29 e blindando così la sua maggioranza, si sono molto complicati gli incastri possibili di Giunta, non solo per la questione femminile e la ricercata parità di genere nell’esecutivo che ormai appare sempre più lontana, ma anche per gli equilibri tra le diverse province. Chi ne esce maggiormente ridimensionata in maggioranza è la provincia di Foggia, che perdendo una donna del Pd, Teresa Cicolella e avendo ben 4 consiglieri di centrodestra, si trova fortemente indebolita rispetto a Taranto che ha recuperato l’inatteso dem ed ex consigliere Michele Mazzarano.
Anche a Bari le cose sono mutate. La fuoriuscita del fedelissimo emilianista Domenico De Santis, dirigente di lungo corso Pd ed ex membro di staff insieme a Titti de Simone della presidenza, rende più forte la posizione di Antonio Decaro col suo delfino e primo degli eletti Paolicelli. È notizia di queste ore la scelta dei vendoliani della Puglia Verde e Solidale, che dopo aver battagliato lungamente per la nomina del segretario regionale di Sinistra Italiana Nico Bavaro alla Cultura o all’Ambiente, hanno dovuto convergere su un nome femminile, così come indicato da Emiliano.
Inizialmente si era rifatto il nome dell’architetta ed ex assessora all’Urbanistica Angela Barbanente, poi era circolato anche quello dell’attuale assessora alla Cultura del Comune di Bari Ines Pierucci, infine si è puntato sulla consigliera di parità Anna Grazia Maraschio che dovrebbe andare al Welfare. Non mancano però le proteste tra chi si è speso in campagna elettorale, in particolare dal campione di consensi molfettese, l’anestesista Felice Spaccavento, primo della lista a Bari con 8mila voti, e membro della task force regionale anti Covid. Per lui la scelta di Maraschio è apparsa come una inaccettabile “nomina calata dall’alto”.
Alla Cultura (con Loredana Capone lanciata per la presidenza del Consiglio) invece, indicato da Articolo 1, è sempre più probabile la pesante nomina di Massimo Bray, attuale presidente della Treccani, ex Ministro dei Beni Culturali col Governo Letta, dalemiano di ferro, grande intellettuale e già collaboratore della Regione Puglia per moltissimi progetti del Dipartimento Cultura. Bray accetterà? È questo l’unico scoglio.
Intanto sembra ormai quasi fatta per l’accordo con il M5S, che prevede l’ingresso in Giunta con una posizione. La prescelta, anche per via di equilibri territoriali oltre che per il suo essere donna, potrebbe essere la foggiana Rosa Barone, vicina alla meta dell’assessorato secondo molti osservatori e qualche eletto regionale di primo piano.
Nella riunione di lunedì solo Antonella Laricchia si è mostrata contraria all’alleanza. Nelle prossime ore ci sarà un incontro di tutti i portavoce a vari livelli col capo politico Vito Crimi per decidere il da farsi. È in atto un vero e proprio braccio di ferro tra chi dice no e chi dice sì.
Tutto tace in casa pizzarottiana e pisicchiana. I ricorsi continuano.