
È morto all’età di 68 anni il pittore Alfredo Munno. “Era il ‘Ligabue’ foggiano – ricordano gli amici -. Non lo vedremo più affacciato alla sua finestra e non potremo più commentare le sue ‘imprese’. Per la verità erano anni che se ne stava per conto suo. Immerso nello schifo che provava per il mondo, per l’umanità e forse anche per se stesso. Ma tutti noi ci divertivamo un mondo quando il Resto del Carlino, il Messaggero, il Corriere della Sera titolavano: ‘Nudo sui binari ha fermato per un’ora il rapido Bologna – Milano’, oppure: ‘Noleggia un aereo da turismo e inonda piazza Navona di volantini in cui afferma di essere il più grande pittore del mondo’, ‘Parcheggia l’auto sulle scale del Palazzo degli Studi e si rifiuta di pagare la multa’”.
“Già, l’auto di Alfredo – continuano -. Un maggiolone bianco con gli sportelli personalizzati. Su quello del guidatore c’era scritto ‘Alfredo’ e sullo sportello del passeggero ‘Munno’. L’auto più riconoscibile di Foggia. ‘Ieri si è rotto per la terza volta il vetro dipinto della porta del Bagatto (il primo pub della città). Tutti potevano immaginare chi avesse lanciato un boccale di birra nel vetro… Era un grande artista, Alfredo. Le sue lune con l’ombrello attaccato, i suoi vicoli del Gargano, i suoi fantasmi e le allucinazioni di tutta una generazione sono passati dalle tele che ha prodotto. Ha raccontato senza entusiasmo i nostri anni e il nostro inconscio. E ci ha preso in giro alla grande. Appariva ai Giardinetti di piazza Italia vestito alla francese, impermeabile, baschetto e con tanto di bocchino e Gitanes. Farneticava di servizi segreti e mafia. Recitava la parte del povero e del muratore disoccupato e si manteneva ai margini. Per scelta e per necessità. Il vero genio vuole essere ignorato…”, concludono.