“L’azienda ortofrutticola condotta da mio padre è stata sottoposta a procedimento penale per asserite irregolarità nella gestione della manodopera. Formalmente ci unisce lo stesso cognome, tuttavia le condotte ascritte a mio padre, peraltro tutte in fase embrionale e tutte da accertare, non sono riconducibili alla mia azienda ed al mio operato”. L’imprenditrice di Apricena, Valentina Passalacqua affida a Facebook il suo pensiero dopo l’arresto del padre per sfruttamento della manodopera.
“La filosofia gestionale della mia azienda è – da sempre – virtuosa e si è sempre distinta per la correttezza del suo operato, anche con la manodopera – scrive l’imprenditrice -. Spero ardentemente che mio padre possa chiarire al più presto la sua posizione e risultare estraneo alle ipotesi di reato che oggi lo vedono indagato. In ogni caso, ove così non fosse, confido che questa dolorosa esperienza possa offrirgli un’opportunità di cambiamento e di revisione degli schemi”.
La Passalacqua confida “nel supporto di tutte le persone con cui ho condiviso principi ed ideali che mi hanno sempre dimostrato grande fiducia in tutti questi anni di promozione di valori universali nei quali credo personalmente.
Sono perciò disposta a lottare anche per ottenere il cambiamento della mentalità che dilaga nella mia terra. Voglio bene a mio padre, come non potrei? Ma chiedo a tutti voi di sostenermi in questa azione di cambiamento e di riappacificazione con Madre Terra e con quanti se ne prendono cura”.
“Potrei sentirmi affranta e disperata – prosegue -. Tuttavia, il mio cuore mi dice che, con l’aiuto di chi ha creduto finora in me, sarà davvero possibile fare la differenza e lasciare alle future generazioni un futuro migliore. Peaceful living non è solo uno slogan, è la filosofia che mi ha sempre ispirato in questi 20 anni e che, sopratutto ora, mi da la forza per andare avanti con trasparenza, positività e integrità, nella consapevolezza che non camminerò da sola”. (In alto, foto da Facebook)