“Non parlare di epidemia per parlare di bombe. Questa l’alternativa che la malavita foggiana ci offre sottolineando, con la scelta di insistere su di un’azienda che si occupa di salute, anziani e fragilità, la sua bestialità”. Lo dichiara il gruppo Telesforo dopo l’ennesima bomba alla struttura sanitaria “Il Sorriso di Stefano”.
“Le invettive che ogni cittadino in cuor suo sente di rivolgere a questa gente, non la scalfisce, la rafforza, perchè è attraverso la nostra rabbia che i malavitosi raggiungono il loro scopo: seminare terrore, incertezze e angoscia nella collettività. Questo è il loro potere.
Chi fa questo, chi mette bombe, chi fa estorsioni, chi usa la violenza per affermare il suoruolo nella vita, quando torna a casa, quando torna dalla moglie e dai figli, tra i suoi “colleghi di lavoro” nel suo mondo, ci torna accolto come un eroe, non certo come un parassita che vive alle spalle degli altri godendo del loro dolore e della loro sofferenza. I figli dei malavitosi sono orgogliosi dei loro padri – proseguono – , di questi eroi al negativo. Nel loro mondo tutto ciò che per noi è un’oltraggio alla legalità e alla giustizia è un vanto, è una medaglia da mettersi in petto e da portare con orgoglio. E’ uno scalino in più nella gerarchioa di un mondo che libri e tv – più o meno consapevolmente – esaltano e minimizzano. Loro sono lo specchio in cui tutta la realtà è capovolta. Questa gente priva di cuore e di ogni valore è esattamente come il virus che il mondo intero unito sta cercando di debellare, incurabile. I malavitosi sono un virus multiforme che muore e rinasce sotto nuove vesti e si moltiplica infettando gente sana trascinandola nel vortice del male e del malessere. Questa gente va isolata, contenuta e se possibile eliminata con la stessa determinazione con la quale seminano il male per raccoglierne i frutti. Esattamente come fa un contadino con la sua terra. Frutti avvelenati di cui si nutre la collettività”.
Le reazioni: “Vicini a imprenditori, serve reazione forte Stato”
“Il rumore della bomba che questo pomeriggio ha scosso i cuori dei foggiani è la triste conferma che la delinquenza non viene messa in quarantena neanche dal virus Covid 19”. Il sindaco di Foggia, Franco Landella, sottolinea come la città “non ha nessuna intenzione di abbassare la testa di fronte a questi atti vigliacchi e infami. Non riuscirete mai a fermare la forza ed il coraggio di chi vuole costruire un futuro migliore per questo territorio”.
“È semplicemente disgustosa la protervia dei responsabili di questi atti criminosi che perpetuano atti violenti e vili, in spregio alle risposte della Squadra Stato ed alla ferma condanna della società civile, di tutte le categorie produttive, professionali e sindacali, del mondo accademico e della ricerca”. Esordisce così il presidente di Confindustria, Gianni Rotice, nel messaggio di solidarietà alle famiglie Telesforo e Vigilante dopo l’ennesimo attentato dinamitardo di oggi.
“Lascia altresì senza parole il vilipendio alle esigenze della comunità foggiana – prosegue -, per le quali anche le strutture socio-sanitarie come quelle di Sanità Più sono chiamate a svolgere un importante ruolo in questa delicatissima fase di emergenza. Confindustria Foggia ribadisce il totale sostegno a tutte le istituzioni in prima fila nella lotta alla criminalità, dalla quale giungono segnali di ulteriore preoccupazione a seguito della inaspettata e gravissima crisi economica che sta colpendo imprese e famiglie”.
La politica si è fatta sentire con le dichiarazioni del Pd, della consigliera regionale Rosa Barone (M5S) e con l’ex presidente del Consiglio comunale di Foggia e dirigente regionale della Lega Luigi Miranda. “La criminalità organizzata è un cancro che pervade le comunità e le corrode dall’interno – dichiara il capogruppo Pd in Consiglio Regionale, Paolo Campo. È una droga subdola che anestetizza chi sceglie di assumerne sperando di risolvere i problemi che lo attanagliano. È un sistema economico marcio e che fa marcire la buona economia. Ce lo ricorda la bomba esplosa oggi a Foggia per minacciare e danneggiare, ancora una volta, chi si è opposto al racket e ha denunciato le intimidazioni subite. Viviamo una fase delicata e nelle nostre città è serio il rischio che i criminali si offrano di risolvere, con la violenza e la sopraffazione, i problemi di sopravvivenza che gravano maggiormente su chi non ha lavoro e reddito, su chi vive nei quartieri infestati dalla criminalità.
Anche per questo lo Stato, a qualunque livello, è chiamato ad agire rapidamente e con efficacia tanto sul fronte della prevenzione che della repressione. Il bisogno materiale di chi vive nelle periferie e nella marginalità è il nutrimento della mala pianta mafiosa. Eliminato l’uno s’indebolisce l’altra”.
“Esprimo massima solidarietà al gruppo Telesforo e ai suoi dipendenti dopo la bomba esplosa davanti alla struttura, la seconda in pochi mesi – ha detto la pentastellata foggiana -. Luca e Cristian Vigilante devono sapere che non sono soli e l’intera comunità è con loro. Come foggiana credo che l’unica cosa che dobbiamo fare tutti è, come accaduto il 10 gennaio, essere uniti come comunità in questa guerra contro una criminalità efferata che non si ferma neanche di fronte ad una pandemia mondiale. Dobbiamo continuare sulla strada della legalità e del contrasto alla malavita, con lo spirito che ha animato quella manifestazione. Insieme siamo più forti”.
Anche l’avvocato foggiano ha stigmatizzato il “cancro pericoloso che tiene sotto scacco la città: “I criminali non si fermano neppure durante un’emergenza come quella che stiamo vivendo, con fatica economica, psicologica e sociale. L’ennesimo attentato dinamitardo, questa volta operato in pieno giorno, è un atto vigliacco, che aggiunge preoccupazione e paura al clima che respiriamo ogni giorno. La voracità e la violenza della criminalità continuano a dimostrarsi un cancro pericoloso, che va combattuto ed estirpato con decisione ed efficacia. La minaccia mafiosa di chi crede di poter tenere sotto scacco Foggia, e che ha sfruttato il contesto determinato dal Coronavirus per tornare a colpire, si mostra in tutto il suo squallore. Questa nuova intimidazione merita una risposta dura ed esemplare da parte dello Stato, che ha il dovere di affermare la sua presenza e la sua autorità”.
Gli studenti di Foggia Michele Cera e Jacopo lo Russo, in rappresentanza di Link e Unione degli Studenti Foggia, hanno dichiarato: “Il 21 marzo dalle case di migliaia di italiani è arrivato un segnale: la mafia non va in quarantena, e l’antimafia nemmeno. Oggi quelle parole sembrano sicuramente più vere, confermate dall’ennesimo atto intimidatorio e ancora più vile del solito, commesso alla luce del sole approfittando del fatto che tutti sono a casa per evitare la diffusione del virus.” continuano gli studenti.
“Esprimiamo la nostra solidarietà alle vittime, nella speranza che le lotte possano continuare e che Foggia possa liberarsi oltre che della pandemia in atto anche di questo terribile male endemico che è la mafia. Le mafie non vanno in quarantena perché anche ai negozi chiusi si chiede il pizzo, perché le bombe non hanno bisogno di autocertificazioni e perché anche una città vuota vogliono tenerla per il collo. Foggia deve liberarsi, e le lotte devono continuare, a partire dai saperi e dai luoghi della formazione, a partire da una società dove non c’è posto per prevaricazione e sfruttamento” concludono gli studenti.