Nervi tesi nei penitenziari italiani per le restrizioni dovute all’emergenza da coronavirus. Il motivo della protesta sarebbe correlato alla sospensione dei colloqui “a vista” con i familiari introdotta con il decreto anti-contagio varato dal governo per fare fronte al diffondersi del Covid-19.
In una nota dell’Unione Sindacati di Polizia Penitenziaria Puglia e Basilicata, il segretario Messina, “fa sapere di apprendere il susseguirsi di notizie, su situazioni implosive nelle carceri del distretto, tipo Foggia dove la tensione è ai massimi livelli e a Bari dove sembra che ci sia addirittura una rivolta in atto, invece in altre strutture la situazione è tesa. Comunque – prosegue Messina – vi è la massima allerta ma anche molta preoccupazione”.
“L’angoscia è tanta, da tempo come sindacato denunciamo l’assenza totale del ministro della Giustizia – anche in questo momento difficilissimo, come quello attuale, dove le rivolte si stanno propagando a macchia d’olio – che non si è degnato di una dichiarazione.
Siamo certi – conclude – che riusciremo a superare anche questa grave crisi, ma ne usciremo sempre più provati, con la consapevolezza che noi difendiamo lo Stato a denti stretti, senza che lo Stato spende una parola a nostro sostegno”.