“Qualcuno dice che a Foggia ci sono quattro incoscienti che macchiano il buon nome della città. Una visione ottimistica che però è un po’ distorta”. Inizia così l’intervento di Agostino De Paolis, intervenuto stasera a Palazzo Dogana nel corso di un incontro sulla legalità. De Paolis rappresenta un pezzo di storia della polizia in Capitanata. Per 15 anni capo della squadra mobile di Foggia tra la fine degli anni ’80 e gli inizi del 2000, poi primo dirigente del Commissariato di Manfredonia. Un super poliziotto in pensione ma sempre in forma, memoria storica della lotta al crimine: fu lui a coniare l’espressione “Società Foggiana” per indicare l’organizzazione malavitosa del capoluogo dauno. Oggi è commissario del Consorzio ASI.
“Sbaglia chi considera la criminalità estranea alla città – ha detto nell’analizzare la recente escalation di episodi di cronaca nera –. Invece questa ‘mala erba’ si è radicata avvinghiandosi e corrompendo parte delle istituzioni e degli enti pubblici, settori economici e ordini professionali. Quindi anche la gente comune. Una criminalità che fa parte della città, la incontriamo tutti i giorni. Si fanno affari con questi signori. Stringiamo alleanze. La contaminazione con settori della politica e dell’imprenditoria ha fatto crescere e radicare questa criminalità facendola diventare forte. Non si può partire da un’analisi spietata se non si vuole poi individuare un rimedio che dia risposte concrete”.
“Qualcuno dice che a Foggia ci sono quattro incoscienti che macchiano il buon nome della città. Una visione ottimistica che però è un po’ distorta”. Inizia così l’intervento di Agostino De Paolis, intervenuto stasera a Palazzo Dogana nel corso di un incontro sulla legalità. De Paolis rappresenta un pezzo di storia della polizia in Capitanata. Per 15 anni capo della squadra mobile di Foggia tra la fine degli anni ’80 e gli inizi del 2000, poi primo dirigente del Commissariato di Manfredonia. Un super poliziotto in pensione ma sempre in forma, memoria storica della lotta al crimine: fu lui a coniare l’espressione “Società Foggiana” per indicare l’organizzazione malavitosa del capoluogo dauno. Oggi è commissario del Consorzio ASI.
“Sbaglia chi considera la criminalità estranea alla città – ha detto nell’analizzare la recente escalation di episodi di cronaca nera –. Invece questa ‘mala erba’ si è radicata avvinghiandosi e corrompendo parte delle istituzioni e degli enti pubblici, settori economici e ordini professionali. Quindi anche la gente comune. Una criminalità che fa parte della città, la incontriamo tutti i giorni. Si fanno affari con questi signori. Stringiamo alleanze. La contaminazione con settori della politica e dell’imprenditoria ha fatto crescere e radicare questa criminalità facendola diventare forte. Non si può partire da un’analisi spietata se non si vuole poi individuare un rimedio che dia risposte concrete”.