Mafia e caporalato sul tavolo della Prefettura di Foggia. Oggi la visita del ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese e di quello dell’Agricoltura, Teresa Bellanova. “C’è l’esigenza dell’istituzione della sezione della DIA a Foggia. Serve personale aggiuntivo rispetto a quello presente a Bari. Le cose vanno fatte un po’ alla volta ma l’importante è che la DIA ci sia anche qui e presto integreremo l’organico”. In buona sostanza, Lamorgese ha lasciato intendere che la squadra di magistrati presente a Bari da sola non basta ad arginare il fenomeno mafia a Foggia e provincia, per questo arriverà molto presto un’integrazione grazie ad alcuni rinforzi previsti direttamente sul territorio dauno.
Un tavolo sul caporalato sarà di nuovo in Prefettura a Foggia; entro febbraio, sindaci, associazioni di categoria e soggetti diversi saranno chiamati a fornire i loro contributi per poi portare queste idee al tavolo, momento in cui saranno processati i vari interventi.
È questo il timing dettato oggi a Foggia dalle due ministre.
L’idea è quella di una acccoglienza diffusa dei migranti, con la possibilità che i braccianti possano essere accolti nelle campagne per periodi limitati e non siano più stanziali nei ghetti.
Foggia, come già detto in altre occasioni, è uno dei tre territori nazionali sperimentali per il contrasto al caporalato.
Nel corso del tavolo si è anche discusso dei beni confiscati alla mafia. Ben 228 in provincia di Foggia, di cui 70 già assegnati.
“Ci è stato chiesto dal presidente della Provincia di intervenire su una strada di proprietà provinciale in cui c’è bisogno di una manutenzione importante, abbiamo preso l’incarico di verificare la disponibilità finanziaria”, ha specificato Lamorgese. “Andremo anche a San Severo per visitare la famiglia del maresciallo Di Gennaro che ha perso la vita in aprile per segno di vicinanza. Come Stato ci siamo”.
Il caporalato non è invincibile, entrambe le ministre hanno ripetuto più volte questo concetto.
“Il caporalato ricatta le imprese con tutto quello che si può immaginare. Ma si può contrastare. Non esistono filiere sporche, la filiera del pomodoro che stiamo convocando è pulita, ci sono imprese che fanno azioni illegali, che vanno contrastate e punite. Ci deve essere un’alleanza tra produttori e trasformatori, siccome a tutti piace mangiare pasta e pomodoro è nostro compito pulire la filiera. Dobbiamo mettere le imprese in condizioni di liberarsi dal caporalato per produrre nella legalità. Il tavolo delle tre Ministre è ambientalmente, socialmente ed economicamente aperto. La sostenibilità deve essere per tutti, perché laddove non c’è si scarica su chi è più debole, i lavoratori”, ha aggiunto Bellanova.
Lamorgese rispondendo all’unica domanda della stampa confessa, da Avvenire, ha fatto anche riferimento alle 1500 persone che godono di protezione umanitaria e che per i Decreti Salvini rischiano il rimpatrio. “Da vari Comuni erano state rappresentate le problematiche del 31 dicembre quando sarebbero usciti dal sistema accoglienza. Abbiamo varie iterlocuzioni con Anci: è previsto che possa essere consentita la protezione umanitaria, con nuovi progetti con risorse europee, garantiamo che queste persone non andranno per strada ma in centri di accoglienza. Sui decreti sicurezza abbiamo un dispositivo pronto, ma ora non era il momento di presentarlo. Il problema verrà affrontato nel mese prossimo”.