“Alla Leopolda10 per la presentazione ufficiale di Italia Viva c’era un’area sovrannaturale per l’attuale scenario politico. C’era tanta gente perbene, per la prima volta c’erano pochi opportunisti, ma solo persone veramente interessate, si è vissuto un’atmosfera indescrivibile. Italia Viva sarà la vera sorpresa del panorama politico italiano dei prossimi mesi e vivrà il fenomeno che negli anni scorsi ha interessato prima il Pd, poi il M5S e infine la Lega. Sarà un grande contenitore popolare”.
Ci crede convintamente l’imprenditore cooperativista Ugo Fragassi che insieme a circa 50 persone della provincia di Foggia ha partecipato all’ultima Leopolda e sabato mattina insieme al ministro dell’Agricoltura Teresa Bellanova e al vice presidente della Camera dei deputati Ettore Rosato, ha piantato i primi 10 alberi, tanti quanti le edizioni della Leopolda, donati al Parco delle Cascine dalla sua cooperativa agroforestale Ats Monte Maggiore in sostegno del progetto politico Italia Viva. Un albero per ogni nuovo iscritto, questa era la suggestione di Matteo Renzi, che non poteva non essere colta da chi fa della cura degli alberi la propria mission. Per l’occasione ai due parlamentari è stato anche regalato il libro dedicato alla memoria dell’ex senatore orsarese e sindacalista Donato Michele Fragassi, a 10 anni dalla sua morte.
“La Bellanova è stata come mio padre segretaria provinciale della camera del lavoro Cgil. E poi eletto senatore. Lui si è fermato lì, mentre la Bellanova oggi è ministro”, ricorda a l’Immediato il figlio Ugo Fragassi.
Dalla Daunia c’erano Fragassi, appunto, insieme a sua moglie Vilma De Angelis, entrambi ex dirigenti dem, Lorenzo Frattarolo, Katia Colella, Iaia Calvio, Valerio Ricci, Antonio De Sabato, Aldo Ragni, Dino Marino insieme ad alcuni amici già renziani dell’Alto Tavoliere, il giornalista Enrico Ciccarelli, Rosa Cicolella insieme a suo figlio Emilio Gaudiano, Matteo La Torre e molti altri.
Tutti hanno chiuso “i conti col passato”, come ha scritto Gaudiano postando una foto di sua madre Cicolella, ex presidente della Commissione per le Pari Opportunità in Regione Puglia, una vita spesa nella Margherita e poi nella fondazione e nella fusione a freddo del Pd.
Come si sa a Firenze, Renzi e tutti gli altri big di Italia Viva non hanno anticipato il tema delle elezioni amministrative regionali e comunali. Al momento non c’è la volontà di costituire delle liste, ma le cose potrebbero cambiare se le proiezioni e il lavoro sui territori dovessero dimostrare che il partito può superare la soglia del 10%. In quel caso i renziani, anche per non disperdere la loro energia, potrebbero decidere di scendere in campo già in Emilia Romagna. E poi in Puglia, dove qualcuno fa notare l’affanno del governatore Michele Emiliano, che 5 anni fa era già partito col metodo di partecipazione della sagre del programma e che domenica scorsa invece ha scelto un piccolo slargo barese per il suo annuncio.
I renziani sanno per certo cosa non sarà Italia Viva. Non è un contenitore per i padroni delle tessere (non ci saranno tessere, come ha sempre detto Renzi), non è un partito di capibastone e non sarà mai utilizzato come taxi per far eleggere qualche campione di consensi in Consiglio regionale o nei consigli comunali. Già alcuni “avventurieri”, alla ricerca di una rielezione in Regione, sono stati messi alla porta. Italia Viva non sarà la loro casa. Prima le idee. “Dove è debole il Pd, come in provincia di Foggia, Italia Viva riscuoterà molto successo”, è la certezza che arriva dalla Leopolda. Nel prossimo futuro, Italia Viva potrebbe anche superare il Partito democratico di Capitanata dell’assessore regionale Raffaele Piemontese, Lia Azzarone, Tommaso Pasqua e Vittorio Presutto, attualmente in difficoltà dopo le vicende dello scioglimento di Manfredonia.