“Foggia capitale mondiale dell’agrifood”, il sogno di Arena per la Fiera. “Presenteremo progetto nel Cis di Conte”

Solo nel governo Emiliano sono stati stanziati 3,5 milioni di euro per il sistema fieristico cittadino. “Nel 2020 organizzeremo una meravigliosa campionaria dell’agricoltura e dell’agroalimentare”

“Non vedo l’ora di ridarvi le chiavi della Fiera”. È entusiasta ed operativo il neo commissario del Quartiere Fieristico l’avvocato Massimiliano Arena insediatosi lo scorso 13 settembre. L’obiettivo numero uno ora, come ha spiegato questa mattina in una conferenza convocata per l’Ottobre Dauno, insieme ai soci della Fiera- presenti l’assessore regionale Raffaele Piemontese per la Regione, la segretaria generale Lorella Palladino per la Cciaa, assenti invece Provincia e Comune di Foggia- è “mettere al bando i servizi fieristici”, dal momento che la  legge non dà la possibilità all’Ente di programmare autonomamente senza l’apporto dei privati.

Sono passati almeno 7 anni dal primo bando, andato deserto. Nel corso degli anni tutto è rimasto immutato.
“Dovremmo andare a bando e gli organi statutari ci daranno una mano”, ha osservato Arena. Al tavolo però l’assenza di Provincia e Comune pesa, ove si consideri che l’ex commissario Potito Belgioioso aveva già aperto con un protocollo d’intesa un tavolo  di confronto con i vari soci per decidere il destino dei 20 ettari fieristici.
“Il segnale è che noi siamo qui, la Fiera non può più essere solo contenitore ma deve premiare le eccellenze agroalimentari del territorio, grazie ad una collaborazione fruttuosa con l’Unifg, per produrre ricerca al servizio del nostro asset principale”, ha rilevato il legale.

La fiera da lontana periferia è oggi collocata nel centro urbano .La diversificazione è una delle parole d’ordine del nuovo corso, insieme ad innovazione. 
Il segretario generale Raimondo Ursitti ha ricordato l’altra pesante eredità del parcheggio ancora bloccato il cui ricorso si deciderà definitivamente con l’udienza del 17 ottobre in Consiglio di Stato: un lungo contenzioso amministrativo che va avanti da più di un decennio, se si contempla anche la vecchia gara e la rescissione del contratto con la ditta dei fratelli Zammarano.
“Quella arteria di penetrazione urbana sembra che non interessi a nessuno. Il Teatro Tenda è un’altra opera che vorremmo riportare al centro col Comune, serve circa 1 milione di euro”.

Ursitti ha sottolineato la presenza della Regione che non ha fatto mai mancare il suo apporto a differenza di altri enti soci debitori. Solo nel governo Emiliano sono stati stanziati 3,5 milioni di euro per il sistema fieristico cittadino.
Dal suo canto Raffaele Piemontese ha elogiato Arena. “Un giovane e bravo professionista foggiano che oltre alle competenze tipiche di un bravo avvocato è un soggetto esperto di innovazione sociale”, lo ha definito.
Qual è la mission politica della Regione per la Fiera? L’assessore ha le idee chiare.
“La dinamica di crisi dei sistemi fieristici è un dato costante. Qual è il nuovo ruolo delle fiere? Il b2b e l’Innovazione. Tutti si accanisco contro la Regione matrigna, ma quanti soldi ha messo la Regione Puglia nella Fiera? 3 milioni di euro e mezzo, in una dinamica di attenzione concreta. E quali sono i debitori? Quanti soldi devono gli altri Enti? Tutti ci tengono alla Fiera ma chi ci tiene davvero è seduto a questo tavolo”, ha detto l’assessore.

Obiettivo quindi di Arena: rilancio della fiera attirando le migliori start up del food e agrifood. E a tal proposito non poteva mancare Giuseppe Savino di Vazapp, ambasciatore del food.
Ma Arena ha avvertito: “Che nessuno si senta messo da parte. Nel 2020 organizzeremo una meravigliosa fiera dell’agricoltura e dell’agroalimentare. La Fiera di Foggia con l’aiuto di tutti deve rientrare in un master Plan strategico, ripresentare un progetto al Cis e vorremmo che fosse inserita anche nelle Zes. Sogno Foggia e la sua Fiera capitale dell’agrifood mondiale. Una fiera ad esposizione permanente con Co working e spin off universitario. Che il prof Limone sia Rettore è una coincidenza astrale”.
20 ettari dunque a cui ridare un senso. A Reggio Emilia, il cui quartiere fieristico è in concordato preventivo, un’area inferiore è stata messa a bando per il valore di 7 milioni di euro di patrimonio e redditività.
“Sul bando stiamo facendo le nostre valutazioni. La Fiera non è una proprietà personale e lo dimostreremo concretamente con i fatti”, ha concluso Arena a l’Immediato.