Stragi dei migranti nel Foggiano. Da Di Maio promesse campate in aria, i manifestanti urlano la propria rabbia

Soumahoro: “Dopo un anno non c’è traccia del decreto interministeriale che doveva istituire il Tavolo operativo di contrasto al caporalato e allo sfruttamento lavorativo in agricoltura?”

“Siamo con i braccianti della Capitanata per ricordare Aladjie Ceesay, Ali Dembele, Moussa Kande e Amadou Balde, tutti braccianti agricoli, morti il 4 agosto di un anno fa dopo essersi spaccati la schiena nella filiera del pomodoro. Non è possibile che il comparto agroalimentare generi un fatturato annuo di 132 miliardi di euro da una parte e dall’altra braccianti e contadini continuino a vivere fame e sfruttamento perché la Grande Distribuzione organizzata la fa da padrona”. Questo il grido di dolore di Aboubakar Soumahoro del sindacato Usb ad un anno dal tragico incidente nel quale morirono quattro stranieri, stipati in “furgoni killer” per andare a lavorare nei campi. Altri dodici migranti rimasero uccisi in una tragedia “fotocopia” pochi giorni dopo. Un estate di sangue che Soumahoro e i suoi amici non dimenticano.

“Chiedo al Ministro del Lavoro Luigi Di Maio – continua Soumahoro -, come mai dopo un anno non c’è traccia del decreto interministeriale che doveva istituire il Tavolo operativo di contrasto al caporalato e allo sfruttamento lavorativo in agricoltura? Come mai la Regione Puglia pur essendo titolare di una dotazione finanziaria comunitaria pari a oltre 1 miliardo 600 milioni continua a portare avanti progetti di mero assistenzialismo di deriva razzializzante? Basta lacrime dell’ipocrisia!”, l’amara conclusione di Soumahoro.