Si avvicina il giorno del giudizio per il 69enne Rocco Moretti detto “u’ purk”, Mammasantissima della mafia foggiana. Il boss, detenuto al 41 bis nel carcere di L’Aquila, attende il verdetto nel processo con rito abbreviato sulle estorsioni e tentate estorsioni ai danni di un imprenditore che per questi fatti lo denunciò. Alla sbarra 7 persone tra foggiani e sanseveresi. La vittima fu taglieggiata per essersi rifiutata di ritirarsi dall’acquisto di terreni comunali a Borgo Incoronata e per non aver versato, in sostituzione della prima richiesta, la somma di 200mila euro.
Dopo l’ultima arringa difensiva nell’aula bunker di Bitonto, il gup di Bari Annachiara Mastrorilli ha rinviato l’udienza a giugno, quando entrerà in camera di consiglio per emettere la sentenza e pronunciarsi sulle richieste di condanna avanzate per 5 imputati che hanno scelto l’abbreviato. Balla anche la richiesta della DDA di rinviare a giudizio altri due imputati.
L’accusa, nel marzo scorso, ha chiesto 5 condanne a complessivi 56 anni di reclusione con pene oscillanti da 10 a 12 anni e 2 rinvii a giudizio. Tenendo conto dello sconto di un terzo della pena previsto dal rito abbreviato, l’accusa chiede 12 anni per il boss Moretti che, per questa vicenda, fu arrestato dai carabinieri a ottobre 2017 insieme al 46enne, sempre di Foggia, Domenico Valentini.
Chiesti 12 anni a testa anche per i sanseveresi Giuseppe Vincenzo La Piccirella di 61 anni e Carmine Delli Calici di 44 anni, entrambi a piede libero per questa vicenda ed ai domiciliari per altra causa. Infine, 10 anni per Nicola Paradiso, 39enne di Torremaggiore e il rinvio a giudizio del foggiano Marco Lombardi di 42 anni e del torremaggiorese Giovanni Putignano, 41enne.
Alla vittima fu ordinato di assumere in sue aziende Paradiso (fu ingaggiato come escavatorista) e Lombardi, quest’ultimo mai assunto.
La storia delle estorsioni per i terreni di Incoronata comparve anche nelle carte di “Decima Azione”, maxi blitz del novembre 2018 contro la mafia foggiana (30 arresti compreso u’ purk). Secondo gli inquirenti, il caso delle estorsioni all’imprenditore in questione fece emergere in modo chiaro il legame tra Moretti e i clan sanseveresi. Non si escludono, infine, collegamenti all’omicidio di Matteo Lombardozzi, il 50enne ammazzato il 14 luglio 2017 in un’area di servizio sulla statale 16 tra San Severo e Foggia. L’uomo, all’epoca in semi libertà, stava tornando in carcere quando alcuni sicari lo trucidarono a colpi di kalashnikov. Lombardozzi era il dipendente “factotum” dell’imprenditore che a ottobre 2017 denunciò Moretti per estorsione.