Foggia celebra la Liberazione dal nazifascismo. Contrari quelli di Lotta Studentesca: “Non c’è nulla da festeggiare”

Il sindaco: “Giornata deve simboleggiare l’impegno a difendere la democrazia e la libertà”

Si stanno svolgendo in tutta Italia le celebrazioni per il 74esimo anniversario della Festa della Liberazione dal nazifascismo. Anche a Foggia, in Piazza Italia, presenti tutte le autorità. “Celebriamo oggi la festa nazionale della liberazione d’Italia – ha detto il sindaco, Franco Landella -, giornata che, nel ricordare la sconfitta del nazifascismo, deve simboleggiare l’impegno a difendere la democrazia e la libertà ma soprattutto la rinascita della Patria verso una compiuta unità dello spirito nazionale”. “La guerra non è mai bella e non è mai giusta – ha commentato il presidente della Provincia, Nicola Gatta -, rappresenta sempre il fallimento della politica, del dialogo e del confronto”.

Anche il premier Giuseppe Conte ha rivolto un pensiero alle celebrazioni: “Non è stata la vittoria di una parte dell’Italia sull’altra ma la rinascita della nazione, le radici del patto costituzionale”.

A Roma, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha deposto una corona d’alloro al Sacello del Milite ignoto, all’Altare della Patria. Il capo dello Stato ha poi osservato un minuto si raccoglimento mentre la banda delle Forze Armate intonava l’Inno nazionale.

Bastian contrario quelli di Lotta Studentesca che hanno inviato un comunicato stampa critico con le celebrazioni: “Ormai come ogni 25 Aprile, i ragazzi di Lotta Studentesca hanno fatto sentire la propria voce, attaccando in decine di città striscioni recitanti “Ma era l’Europa che moriva con te…!”. A Foggia lo striscione è stato messo su Corso Garibaldi.

Questa frase sia di monito per coloro che in questo giorno escono dalle proprie tane festeggiando e sventolando bandiere rosse, color sangue, lo stesso sangue dei nostri soldati e civili caduti difendendo un pezzo di terra o un brandello di idea. La stessa idea che per 20 anni ha reso l’Italia forte, bella e unica.

Il 25 aprile – continuano – non c’è proprio niente da festeggiare, perché quel giorno di oltre 70 anni fa l’Europa moriva, in preda ai massacri delle truppe Russe che dovunque arrivavano distruggevano tutto ciò che si poteva distruggere, incendiando, ammazzando e violentando.
E con l’Europa morivano tutti quei ragazzi venuti da tutti gli angoli del vecchio continente per difendere quell’idea che ha mosso e riempito di forza, coraggio e gioia milioni di persone. Troppo bello per essere vero, troppo bello per durare a lungo!

“…A Berlino, tra le rovine fumanti della capitale del Reich, si decide il destino d’Europa, del quale tu non puoi scindere il tuo, camerata! Pensaci bene, stringi i denti e resisti, fedele al tuo giuramento, consapevole della responsabilità che hai nei confronti dei posteri, di tua madre, di tua moglie, dei tuoi figli.
Il responso del destino sta per pronunciarsi, non puoi sfuggirgli nè rinviarlo. Non dobbiamo cedere in durezza e tenacia! I sovietici ce la mettono tutta per strangolarci prima che i rinforzi tedeschi possan stornare il loro piano diabolico e fugare la minaccia rossa…
Il Cremlino sa che non ha tempo da perdere: è questione di ore – concludono -. Ma noi dobbiamo trattenere, e lo tratterremo, il respiro più a lungo di loro”.