“Dottor Bud” potrà riaprire. La decisione del Tribunale di Foggia ha portato al dissequestro del “grow shop” foggiano situato nella zona Macchia Gialla. La Guardia di finanza, a giugno scorso, si era occupata dell’attività gestita da un foggiano di mezza età, il quale fu costretto a chiudere l’attività commerciale. Solo che il negozio vendeva marijuana legale in base alla legge promulgata il 2 dicembre del 2016 ed entrata in vigore nel gennaio successivo, in materia di coltivazione e filiera agroindustriale della canapa (“cannabis sativa”) a fini agricoli e non solo (può essere utilizzata per preparare infusi da bere o prodotti cosmetici), a patto che il principio attivo della sostanza oscilli tra la 0.2 e lo 0.6%.
Solo che per il commerciante la vicenda non si è conclusa con a decisione della magistratura, perché resta il possesso di circa 225 grammi di marijuana con principio attivo oscillante dal 3% al 18% (e di altri 2 chili con principio attivo di poco superiore alla soglia di tolleranza, tra lo 0.63 e lo 0.80%), per cui la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio dell’imputato per detenzione illegale di sostanze stupefacenti.
L’udienza preliminare è stata calendarizzata per la metà di aprile davanti al gup del Tribunale di Foggia. Qui verrà stabilito se sarà necessario il processo. Il legale difensore, Paolo D’Ambrosio, ha fatto sapere alla Gazzetta del Mezzogiorno che chiederà il non luogo a procedere sul presupposto che la marijuana rinvenuta esclusivamente all’imputato (con riferimento a quella con principio attivo dal 3% in su), non era destinata alla vendita ma era detenuta dal foggiano per esclusivo uso personale.
Quando i finanzieri eseguirono un controllo nel negozio del foggiano conclusosi con l’apposizione dei sigilli dell’attività commerciale, sequestrarono complessivamente oltre 20 chili di canapa e sostanza stupefacente. Ma, come rimarca la difesa, i successivi accertamenti svolti presso il “Lass” (il laboratorio analisi sostanze stupefacenti) del Comando provinciale dei carabinieri di Foggia, hanno stabilito che gran parte della sostanza sequestrata aveva un principio che non superava la soglia di tolleranza dello 0,6 per cento.