Festa a Scienze Motorie per la laurea honoris causa a Patrizio Oliva, storico pugile. Stamattina la cerimonia nell’aula magna del Polo universitario (in viale Virgilio) alla presenza del rettore dell’Università di Foggia, Maurizio Ricci. “Questa cerimonia – spiega il rettore – rientra nell’ambito di un piano programmatico di interventi che in questi ultimi cinque anni ha portato a diverse conquiste. Mi permetto di chiamarle proprio così, “conquiste”, poiché al momento del mio insediamento mi fu subito chiaro che gli interventi necessari per ricondurre queste strutture a un accettabile stato di decoro sarebbero stati diversi. A cominciare dalla ristrutturazione, pressoché radicale, della palestra di questa struttura, intervento che non era mai stato fatto prima del nostro arrivo alla governance dell’Ateneo. Quindi l’ampliamento, sempre entro i limiti e le possibilità indicate dalle normative in vigore, del personale docente e del personale tecnico amministrativo destinato ai due corsi di laurea in Scienze Motorie.
Ed ancora l’incremento del numero programmato degli studenti iscritti ai due corsi di laurea in “Scienze Motorie”, procedura attraverso cui abbiamo offerto la possibilità a diversi altri studenti di immatricolarsi e quindi di poter coltivare il sogno di occuparsi di sport anche dal punto di vista scientifico. Quindi alla ormai storica introduzione della Doppia/Carriera per gli Studenti/Atleti, da una idea della professoressa Donatella Curtotti che ha fatto in modo che l’Università di Foggia divenisse la prima in assoluto, in tutta Italia, ad adottare formalmente gli strumenti didattici e formativi per consentire agli Studenti/Atleti di proseguire anche nella loro eventuale attività agonistica. Infine alla organizzazione di eventi e incontri in favore degli studenti in “Scienze Motorie”, ribadendo che per noi valgono molto di più di quanto, forse, non gli era stato dimostrato in questi anni. Questo rettorato ha rivalutato il ruolo sociale e culturale dello sport”.
Cavaliere dell’Ordine di Malta e Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana, Patrizio Oliva è stato soprattutto un grande pugile: probabilmente uno dei più grandi nella storia della boxe italiana. Dopo una brillante carriera da dilettante culminata nel titolo europeo della categoria “Leggeri” (1978), due anni dopo ha conquistato la medaglia d’oro e il titolo di campione olimpionico a Mosca (1980) della categoria “Superleggeri”. Diventato pugile professionista, dopo aver conseguito 93 vittorie in 96 incontri Patrizio Oliva è stato anche campione europeo (1983) della categoria “Superleggeri”, quindi campione del mondo (1986) della categoria “Superleggeri” e, infine, campione europeo (1990) della categoria “Welter”. Abbandonato il ring con un palmares da professionista di 57 vittorie in 59 incontri, come allenatore è stato a lungo Commissario tecnico della nazionale italiana di pugilato, ottenendo il grande risultato – tra i molti altri successi conseguiti – di ben 5 medaglie d’oro, 2 d’argento e 2 di bronzo ai Giochi del Mediterraneo di Bari (1997). Molto attivo anche al di fuori del ring, Oliva si è distinto per il recupero di giovani atleti dalle possibili devianze sociali e dal consumo di sostanze stupefacenti: un’attività che, molto spesso, l’ha portato nelle scuole e nelle università a parlare del profilo più nobile dello sport, del suo aspetto aggregante, formativo ed educativo anche in assenza di risultati, vittorie e profitti.
La laurea Honoris Causa a Patrizio Oliva venne proposta dal professor Pietro Mango il 7 settembre 2016, ecco perché è stato lui – pur non essendo più in servizio – a motivarla accademicamente, di fronte al “neo dottor Patrizio Oliva”. In seguito alla proposta di Mango, prima il Consiglio del Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale (29 marzo 2018) e poi il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (18 dicembre 2018) si sono espressi favorevolmente. Di seguito un breve passaggio della laudatio: “Patrizio Oliva coltivava la sua passione per il pugilato e per il suo mito Cassius Clay (poi conosciuto come Muhammad Alì, a seguito della sua conversione all’Islam). Osservando in televisione i suoi incontri, ne registrò mentalmente ogni movimento caratteristico, riproducendone tutte le qualità: leggerezza, velocità, mobilità, astuzia, prontezza di riflessi, potenza. Iniziò ad allenarsi da solo, imitando i colpi di Alì davanti allo specchio della camera dei genitori e sul suo primo ring: il balconcino della casa popolare in cui abitava con la famiglia. Qualche anno dopo, sarà molto chiaro come la boxe di Patrizio Oliva sia stata ispirata dallo stile di Alì: sul ring già si muove elegantemente, con gesti raffinati e stupisce per il suo gioco di gambe”.