La sanità continua ad essere uno dei settori più bersagliati dai provvedimenti della procura della Corte dei conti pugliese. I sequestri conservativi sono diversi, anche in provincia di Foggia dove il caso che ha suscitato più clamore è certamente quello dell’utilizzo improprio dei soldi pubblici di Sanitaservice. Ma c’è dell’altro.
Nell’ambulatorio di San Marco in Lamis, è stato beccato un operatore di cassa addetto allo sportello Cup (centro unico per le prenotazioni), presso il poliambulatorio dell’Asl di Foggia, il quale “tratteneva indebitamente le somme percepite dagli utenti a titolo di ticket connessi a prestazioni sanitarie rese dalla Asl Foggia”. In questo caso, il danno patrimoniale conseguito ammonta a 30mila euro.
Per la magistratura contabile, spesso c’è una difficoltà oggettiva nelle indagini per la “riluttanza delle amministrazioni danneggiate a esercitare i loro diritti rispetto ai condannati, specie se sono loro dipendenti o amministratori”. L’ultimo caso eclatante all’Asl di Foggia, come dicevamo, è stato quello della società in house, messo in evidenza dalle indagini svolte, anche in via autonoma dalla Guardia di Finanza – Tenenza di Lucera.
Dall’attività di indagine, emergeva “la disapplicazione, ad opera della stessa società, della normativa in materia di assunzione del personale dipendente, la mancata osservanza della disciplina vigente in ordine all’acquisizione di beni e servizi, l’irregolare tenuta dei libri contabili, l’indiscriminato ricorso a spese di “rappresentanza” (acquisto di biancheria intima per donna, teli mare, costumi da bagno, contributi ad associazioni calcistiche, catering di fornitura di dolce e salato, servizi di investigazione privata, gioielli, pernottamenti in hotel di lusso, ricevimenti per centinaia di persone, pranzi, cene e similari) e benefits aziendali inconferenti con l’oggetto sociale, nonché la stipula di contratti assicurativi con polizza vita e R/C a beneficio dello stesso amministratore unico, Antonio Di Biase, nonché la autoliquidazione, da parte di quest’ultimo, di ’emolumenti variabili’ e di ‘indennità di fine mandato’ in misura non giustificata. Infine, emergevano prelievi effettuati dall’amministratore ‘in acconto’ a valere sul predetto trattamento di fine mandato, non corrispondentemente detratti in fase di conguaglio/saldo e non adeguatamente registrati nelle scritture contabili dell’ente societario”.
In buona sostanza, precisano, “le indagini condotte relativamente ad un quinquennio di attività della società, davano esiti di una protratta ed impunita mala gestio ad opera dell’amministratore, idonea ad arrecare un ingente depauperamento del patrimonio sociale”. “Emergeva, altresì, l’assenza di idonei controlli e misure di vigilanza da parte della Asl di Foggia (socio pubblico) o, comunque, dell’organo deputato al cosiddetto ‘controllo analogo’ a quello esercitato sui propri servizi”.
Gli esiti delle indagini hanno, quindi, consentito di ricostruire un quadro di indiscriminato e pluriennale sperpero di risorse pubbliche cheavrebbero, invece, dovuto essere convogliate al rigoroso perseguimento delle finalità del settore socio sanitario, ossia alla puntuale gestione dei servizi di emergenza 118, di pulizia e decoro delle strutture sanitarie e benessere dei pazienti, nonché di ausiliarato, sanificazione e analoghi servizi assistenziali, al cui esercizio la società in questione era (ed è) statutariamente preordinata e preposta.
“L’azione esercitata, anche in via cautelare a tutela delle ragioni creditorie della Sanitaservice srl – concludono – ha avuto ad oggetto solo la refusione del danno di circa 528 mila euro afferente alla tipologia di spese sopra rappresentate. Per quanto attiene la vicenda afferente alle illegittime modalità di assunzione del personale, essa è ancora in fase istruttoria”.