
Interviene anche Michaela Di Donna, ex candidata del centrodestra nell’uninominale camerale Foggia-Gargano lo scorso 4 marzo e prima dei non eletti in Regione Puglia per Forza Italia, in difesa di suo padre Massimino Di Donna, dopo l’articolo di oggi del dorso regionale di La Repubblica a firma di Giuliano Foschini e il titolo sul lancio web, a pagamento.
“Arrestatevi!!!”, è il suo titolo e scrive una lunga lettera affidata ai social. Eccola.
“C’è chi lavora guidando la macchina del fango, c’è chi vive sperando che il peggio possa succedere al proprio nemico ma anche al proprio amico, c’è chi semina odio e chi si nutre di vendetta. E poi c’è chi ha lavorato una vita con dignità, c’è chi ha insegnato ai propri figli che il rapporto personale con chi ti circonda vale più di un interesse economico, c’è chi ha sempre inteso la politica come un’arte nobile al servizio degli altri, c’è chi ogni giorno combatte con la sua vita per la vita. Oggi, caro direttore di La Repubblica, avete partorito l’ennesimo articolo lurido e sudicio in cui si evidenzia a chiare lettere la vostra metamorfosi da servizio di informazione a fabbrica di notizie false e tendenziose costruite a regola d’arte durante un importante momento politico. No, caro direttore, mio padre (un uomo di 74 anni che mai in vita sua ha avuto problemi con la giustizia) non è stato arrestato. È falso così come sono false tutte una serie di ricostruzioni fantasiose oggi riportate in un articolo sulla vostra testata giornalistica. Mio padre non è stato arrestato ma dovreste arrestarvi voi”.
E continua: “Fermatevi con la vostra macchina del fango. Arrestatevi con titoli falsi e con notizie che non sono notizie. Smettetela di dire che è stato un refuso nel titolo, siete poco credibili nel farlo. Anzi a questo punto dite chiaramente da che parte avete deciso di schierarvi (cosa già nota a molti o forse a tutti) almeno riuscireste a riacquistare un minimo di credibilità tra i lettori. La mia, anzi la nostra, fiducia nella magistratura, nello Stato, nelle forze dell’ordine, nel giornalismo fatto da professionisti e nell’intelligenza di chi ci conosce e ci vuole bene, resta e resterà immutata. Arrestatevi prima che siano gli elettori ad arrestarvi! Dal canto nostro, non ci arresterete MAI perché crediamo in quello che facciamo, perché amiamo la nostra città, perché il nostro impegno non sarà mai corrotto dall’odio che provate ad alimentare. Evviva Foggia!!!”.
Non manca un P. S. finale per la politica azzurra, che conclude: “Caro direttore spero che domani sul tuo giornale racconterai della bella partita fatta oggi dal Foggia in uno splendido Stadio Zaccheria da 14 mila spettatori, racconterai di come i ragazzi in campo hanno giocato con il cuore oltre che con tutta la loro energia, racconterai di un pareggio deciso da un rigore discutibile, racconterai della splendida tifoseria che accompagna la nostra squadra in lungo e in largo per la penisola, o forse ti limiterai a raccontare di un semplice pareggio?”