“Operazione Far West” nella prima mattinata odierna, nell’area garganica tra il comune di Cagnano Varano e Rodi Garganico, i carabinieri della Compagnia di Vico del Gargano hanno dato esecuzione a un Ordine di applicazione della misura della custodia cautelare nei confronti di otto persone ritenute responsabili a vario titolo di numerosi delitti tra cui lo spaccio e la detenzione di sostanze stupefacenti, la detenzione e la fabbricazione di materiale esplodente di tipo micidiale, danneggiamenti, detenzione e porto di arma comune da sparo, tentato furto ai danni di istituto di credito.
Il provvedimento cautelare, emesso dal GIP di Foggia su richiesta della stessa Procura della Repubblica che ha coordinato puntualmente tutte le attività d’indagine, ha permesso di porre fine alla commissione di gravi reati.
Le indagini hanno avuto inizio a seguito di un furto aggravato perpetrato nel marzo del 2018 in un’abitazione di Rodi Garganico. In quell’occasione quattro soggetti travisati, hanno smurato e asportato una cassaforte con all’interno circa 35.000 euro in contanti, oltre a vari monili d’oro. Gli immediati riscontri investigativi hanno sin da subito permesso di accertare che il 21enne Matteo Bocale aveva assunto il ruolo di leader nel contesto delinquenziale di Cagnano Varano, specialmente in relazione allo spaccio di sostanze stupefacenti, e che il furto era stato perpetrato ai danni di un soggetto debitore del corrispettivo di una partita di hashish.
Bocale, infatti, era risultato a capo di un intenso e remunerativo spaccio di rilevanti quantitativi di cocaina, hashish e marijuana, e che si serviva di numerosi pusher assoldati a Cagnano Varano e nei territori dei comuni limitrofi.
Sono stati recuperati in più circostanze cospicui quantitativi di sostanze stupefacenti, per un valore complessivo di circa 15.000 euro. Nello specifico sono stati sequestrati due chili e mezzo circa di marijuana, oltre ad hashish e cocaina. L’attività tecnica ha consentito poi di accertare circa un migliaio di episodi di spaccio e di approvvigionamento delle varie tipologie di stupefacente, facendo emergere un traffico per un volume d’affari complessivamente stimato in circa 120.000 euro. Il gruppo criminale si era imposto sulla piazza grazie anche ad atti di intimidazione, sintomatici della spregiudicatezza dei suoi componenti, che potevano contare sulla disponibilità di armi da fuoco e di esplosivi, questi ultimi spesso confezionati in ordigni artigianali di micidiale potenza. Basti pensare che ad alcuni dei soggetti tratti in arresto vengono contestati anche i seguenti episodi delittuosi.
• 20.04.2017, in Carpino (FG) danneggiamento del portone di un’abitazione privata, sempre mediante esplosivo confezionato artigianalmente ma di assoluta micidialità, come rappresaglia a seguito di una lite avuta sempre per questioni legate agli stupefacenti con uno degli abitanti della casa. Nell’occasione, per pochi attimi, non è stata coinvolta dall’esplosione una donna che si trovava a transitare a piedi;
• 25.04.2017, in Ischitella (FG), danneggiamento mediante esplosione di un grosso ordigno di fabbricazione artigianale di assoluta micidalità, della saracinesca e dell’ingresso del negozio ferramenta “EDILNOVA”;
• 23.12.2017, in Cagnano Varano (FG), il tentativo di furto ai danni della CREDEM, mediante la collocazione di un ordigno micidiale ‘nello sportello ATM. L’esplosione provocava ingenti danni ma non consentiva l’apertura del dispositivo automatico, vanificando l’azione.
Bocale nel maggio scorso è stato arrestato unitamente a Rocco Borazio (quest’ultimo non colpito dall’odierna ordinanza) poiché sorpreso in possesso di due bombe artigianali del peso complessivo di 2 chili e mezzo. Tali ordigni è stato poi accertato che erano stati reperiti a Rodi Garganico da Christian Fiorini, lo stesso arrestato in flagranza venerdì scorso perchè trovato in possesso di un’autentica polveriera, con l’intermediazione di Paolo Pio Coletta ed erano destinati a Manfredonia, dove sarebbero dovuti servire per danneggiare un’attività commerciale, poi comunque “fatta saltare” pochi giorni dopo. Nelle intercettazioni, infatti, viene fatto riferimento al negozio di abbigliamento VANITY BOUTIQUE (“…il negozio sta pigliando soldi a morire!….ci deve far campare pure a noi bastardo!…”). Tutto ciò è indice anche del crescente spessore delinquenziale acquisito dal gruppo oggetto dell’odierna ordinanza e, in particolare, da Bocale. I contatti con gli ambienti malavitosi dei paesi limitrofi, specie con quelli di Rodi Garganico e di Manfredonia, erano assidui e Bocale era diventato ormai un vero e proprio punto di riferimento nonché un personaggio molto temuto.
L’estrema pericolosità degli indagati, dediti ad azioni delittuose di rilevantissimo allarme sociale attraverso l’utilizzo in maniera disinvolta di armi e/o esplosivo confezionato in ordigni la cui micidiale potenzialità è stata ampiamente documentata dall’analisi effettuata nei singoli casi dagli artificeri, con ingenti danni ad abitazioni, autovetture e con il rischio di uccidere o ferire gravemente ignari passanti. Tutti elementi, questi, che costituiscono un chiaro indice rivelatore di uno stabile inserimento in circuiti criminali di un certo spessore, come denotano i contatti con un esponente di spessore del clan Libergoli, ovvero Francesco Pio Pacilli, 23enne figlio dell’ex latitante Giuseppe Pacilli detto “Pepp u’ montanar”. Il radicamento in un ampio contesto criminale, del resto, è testimoniato dalla facilità di reperimento della sostanza stupefacente per un valora d’affari di almeno 40.000 euro al mese.
La custodia cautelare in carcere è stata eseguita nei confronti di Matteo Bocale, cl. ’98, Michele Pio Manco, cl. ’90, Alessio Di Maggio, cl. ’96, Patrizio Fini, cl. ’92, Paolo Pio Coletta, cl. ’99. La misura cautelare degli arresti domiciliari è stata invece eseguita nei confronti di Giovanni Fini, cl. ’95 e Christian Fiorini, cl. ’88, dove già era ristretto a seguito del citato arresto della settimana scorsa. Un ulteriore soggetto è attualmente ricercato
L’odierna attività ha quindi scongiurato l’ascesa di un gruppo criminale che stava assumendo i contorni di una vera e propria organizzazione, e costituisce un ulteriore colpo assestato dalla Procura della Repubblica di Foggia dall’Arma dei Carabinieri alla malavita garganica.
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