“Non è la prima volta che parliamo della situazione intollerabile che si trovano a vivere gli “ospiti” dell’Arena (vedi i post del 5 ottobre e dell’ 11 dicembre 2018). Sgomberati dal Gran Ghetto nel 2017, sono stati deportati in una struttura “di accoglienza”, ovvero l’ennesimo campo di lavoro istituzionalizzato: l’Arena di San Severo”. Ad affermarlo i rappresentanti di “Campagne in Lotta”.
“Da quando sono entrati – aggiungono –, hanno subito i controlli costanti della Protezione Civile, gli abusi dell’ente gestore (che sorveglia e lucra sulla vicina Casa Sankara, altro gioiellino della buona accoglienza), e infine le minacce di sgombero da parte di quest’ultimo. Se l’ipotesi dello sgombero non sembra più all’ordine del giorno, grazie alla determinazione degli abitanti dell’Arena che vi si sono opposti, le condizioni di vita dei lavoratori che vivono nella struttura restano terribili.
Da mesi e mesi (e ora siamo in gennaio!) mancano l’acqua calda e il riscaldamento, senza contare che l’elettricità va e viene. Degli abitanti dell’Arena sono andati a più riprese al Comune di San Severo per protestare e per risolvere questi problemi basilari, ma il comune ha temporeggiato, rimpallato la faccenda e alla fine ha inviato dei tecnici che però non hanno fatto nulla. Da allora, nessuno si è più fato vivo. La situazione resta la stessa: si dorme al freddo e le docce sono ghiacciate”.
E ancora: “Evidentemente, le persone migranti nella campagna foggiana servono solo a essere sfruttate, il resto (acqua, riscaldamento, case e trasporti) sono “lussi” che non si possono permettere. Ma la lotta che da anni conducono queste lavoratrici e questi lavoratori, nei ghetti, nei centri di accoglienza e nei campi di lavoro, ci ha insegnato che la soluzione è una sola: case, documenti e contratti per tutti e tutte”.