Come ogni anno la tradizione delle festività natalizie richiama sulle tavole degli italiani molti piatti a base di pesce, sinonimo di convivialità e di proprietà nutrizionali.
Aumenta di conseguenza il rischio da parte del consumatore di comperare prodotti ittici non sicuri o qualitativamente non aderenti alle sue aspettative o, ancora peggio, non perfettamente idonei al consumo umano, fino a imbattersi in vere e proprie frodi commerciali.
Per questo motivo, in un periodo in cui è massima la commercializzazione di prodotti originati dall’attività di pesca, il Ministro delle Politiche Agricole Alimentari, Forestali e del Turismo, Senatore Gian Marco Centinaio, ha chiesto uno sforzo supplementare agli uomini e donne della Guardia costiera, disponendo l’operazione “Confine illegale”, a tutela dei consumatori, degli onesti operatori del settore e del made in Italy.
Un’operazione, iniziata a fine novembre e tutt’ora in corso, fortemente voluta per garantire il rispetto delle vigenti disposizioni sugli scambi commerciali nazionali e soprattutto internazionali, a tutela degli stock ittici e dell’ecosistema, con il coinvolgimento di oltre 5mila tra uomini e donne della Guardia Costiera e con l’impiego di mezzi aeronavali come Nave Gregoretti, specializzata nell’attività di contrasto alla pesca illegale.
Il dispositivo operativo messo in campo a livello nazionale dal Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di porto – Guardia Costiera – che si articola attraverso i Centri di Controllo Area Pesca distribuiti capillarmente nei 15 Comandi regionali – ha permesso nel solo periodo dell’operazione, la contestazione di oltre 700 sanzioni penali e amministrative, il sequestro di oltre 80 tonnellate di prodotto ittico non conforme per un importo delle sanzioni di circa 1,5 milione di euro, nonché l’esecuzione di 7 ordinanze di custodia cautelare.
I controlli sono stati eseguiti su tutto il territorio nazionale, sia lungo le coste che nell’entroterra, in grandi città come Milano e Pavia. Tra le operazioni di maggior rilievo, a titolo esemplificativo, quelle avvenute: a Bari-Manfredonia, rinvenute presso un grossista di nazionalità bulgaradiverse cassette contenenti “ricci di mare” riportanti come zona di pesca/provenienza Mar Nero –Golfo di Varna, sebbene la nota del Consiglio Nazionale delle Ricerche – Istituto per l’ambiente Marino Costiero ha espresso l’impossibilità naturale della proliferazione del riccio di mare nella suddetta zona rendendo di fatto verosimilmente artefatta l’etichettatura riportata sulle cassette. Perquanto predetto il proprietario veniva deferito all’A.G. per contraffazione delle indicazionigeografiche o denominazioni di origine dei prodotti agroalimentari.
Presso due grossisti di prodotti alimentari, nel comune di Cerignola (FG) e nel Comune di Manfredonia (FG), a seguito di controllo presso le celle frigo, si procedeva ad elevare 2 P.V.C. di 3000,00 Euro a carico dei proprietari per omessa/errata indicazione delle informazioni obbligatorie in tutte le fasi della filiera dei prodotti ittici, ai fini della tracciabilità, con contestuale sequestro amministrativo di 3800 kg di prodotto ittico. A Taranto, con una maxi-operazione di contrasto ad un’attività criminale organizzata, sistematica, dedita al furto, ricettazione, distribuzione e successiva commercializzazione di prodotti ittici contaminati (mitili), contraffatti mediante falsa certificazione. Tale complessa attività investigativa ha consentito l’esecuzione di 7 ordinanze di custodia cautelare, disposte dal Gip di Taranto. A Bisceglie (Bari) presso un’azienda ittica, sono state sequestrate 3,5 tonnellate di prodotto ittico (polpo, seppie, calamari e scampi) congelati provenienti dall’estero per superamento del termine minimo di conservazione. Scadenza del prodotto nel 2010.
Ai risultati sopra evidenziati, si sommano i dati riferiti a tutto il 2018, per un totale complessivo, fino ad oggi di: oltre 120mila verifiche, sia in mare che lungo la filiera commerciale, con l’elevazione di oltre 5.600 sanzioni tra amministrative e penali per un importo di circa 11,5 milioni di euro ed il sequestro di oltre 400 tonnellate di prodotto proveniente, per un terzo, da piattaforme logistiche e centri all’ingrosso che commerciano principalmente prodotto non nazionale. Tali risultati rappresentano lo sforzo profuso in tutto l’anno nell’assolvimento della funzione di controllo del settore della pesca, affidato al Corpo delle Capitanerie di porto, dal competente Dicastero delle Politiche Agricole Alimentari e del Turismo.
Tolleranza zero, dunque, per chi inquina un settore trainante dell’economia italiana, costituito da una flotta nazionale di 13mila pescherecci per 30mila pescatori e 80mila persone che lavorano nell’immediato indotto del settore.
Un’azione di contrasto decisa nei confronti di chi agisce in modo fraudolento a danno degli operatori onesti e a discapito dei consumatori, con lo scopo di sostenere il comparto pesca nazionale e assicurare, nel contempo, una filiera ittica virtuosa che garantisca ai consumatori l’acquisto di prodotti certificati e di qualità.
In allegato una scheda che riassume i numerosi risultati conseguiti fino a oggi dall’operazione “Confine illegale” che ha garantito la conservazione e lo sfruttamento delle risorse ittiche in condizioni di piena sostenibilità economica, sociale, ambientale.