Lavanolo, in odore di camorra la ditta che puntava al maxi appalto in Puglia

Mentre la gara è ancora bloccata (in corsa c’è anche azienda di Foggia), è stato emesso il decreto di interdittiva antimafia nei confronti dell’American Laundry

Nei tribunali amministrativi ha battagliato per la gara da 187 milioni di euro per il servizio lavandolo nelle Asl pugliesi. Ma qualche giorno fa, il prefetto di Napoli, Carmela Pagano, ha emesso il decreto di interdittiva antimafia nei confronti dell’American Laundry. L’azienda aveva proposto ricorso, pur non partecipando alla procedura, per via di una clausola al bando di Innovapuglia sul noleggio e lavaggio della biancheria e dei materassi negli ospedali.

Da allora, si è avviata una lunghissima fase di stallo che ha sostanzialmente bloccato il procedimento per il servizio che era in proroga da diverso tempo. Nel frattempo, la società campana presente in diversi ospedali (Cardarelli, Pascale, Santobono, Pausilipon, Rimmo di Benevento) ha inviato le lettere di licenziamento a circa 100 lavoratori. È stata la prima reazione all’interessamento della Dda per le presunte infiltrazioni di clan camorristici. 

Intanto, la gara d’appalto pugliese, valida per 5 anni (più due eventuali di proroga), alla quale hanno partecipato 4 società (Servizi Italia, Adapta, Hospital Service e un raggruppamento guidato dalla foggiana Lavit di Michele D’Alba), si è bloccata. In attesa del pronunciamento del Consiglio di Stato, il consigliere regionale grillino Mario Conca, tra i fautori dell’annullamento della gara, è intervenuto sull’argomento: “Errare è umano, ma perseverare è diabolico. Non si comprende cosa stia aspettando la Regione ad annullare la gara per l’affidamento del servizio di lavanolo – ha spiegato –. Dopo la decisione del Tar di Bari di sospendere il bando e la richiesta di chiarimenti da parte dell’Antirust, qualche giorno fa l’ANAC, a cui avevo presentato un esposto, mi ha comunicato l’avvio di una procedura di istruttoria sulla gara recependo i miei rilievi. Nonostante questo la Regione invece di fare mea culpa, sembra intenzionata ad andare avanti con un bando che, così come attualmente strutturato, comporterebbe solo un aumento dei costi senza garantire la libera concorrenza”.

“Nei mesi scorsi – continua il pentastellato – ho più volte segnalato al Presidente Emiliano la necessità di predisporre una gara quantomeno divisa in due prezzi: quello chirurgico, il cui importo di riferimento ANAC per la fornitura giornaliera di biancheria piana è di 4,20 euro, e quello non chirurgico, il cui prezzo di riferimento ANAC è di 3,30 euro. Nel bando in parola, invece, è stato utilizzato solo il prezzo della tabella ANAC per il lotto chirurgico di 4,20 euro al giorno per la fornitura di biancheria piana stimata in 3.098.000 pezzi, con un aumento dei costi per i pugliesi di circa 15 milioni di euro. Una decisione che non ha giustificazione anche secondo l’ANAC che concede trenta giorni di tempo alla stazione appaltante, InnovaPuglia, per le controdeduzioni. La suddivisione in più prezzi è necessaria perché all’interno di uno stesso presidio, ospedaliero o distrettuale, coesistono più attività, che solo in minima parte afferiscono all’area chirurgica. In attesa dell’esito del ricorso che la Regione ha presentato al Consiglio di Stato, si continuerà con la proroga della gara del 2017, relativa alla sola Asl Bari, che prevede un prezzo di 2,47 euro per giornata di degenza. Lo ribadisco ancora una volta: la Regione deve annullare in autotutela la gara e predisporre un’altra suddivisa in più prezzi per le diverse aree – conclude Conca – per non far sprecare soldi ai cittadini, risorse che potrebbero essere impiegate per migliorare la qualità della sanità pugliese, la cui percezione dal basso è assolutamente insufficiente”.