Decine di magliette rosse si sono date appuntamento questo pomeriggio sotto la Prefettura di Foggia per protestare contro la politica di chiusura dei porti del Ministro degli Interni, Matteo Salvini. Sindacati e partiti del centrosinistra, insieme a molti migranti radunati dall’Arci e da altre associazioni, hanno detto no ai respingimenti in mare e al sovranismo salviniano.
Presenti anche gli attivisti di Libera da cui l’appello era partito lo scorso sabato con l’hashtag #fermiamolemorragia. Con loro anche il presidente della Provincia, Francesco Miglio e il neo nominato presidente del Teatro Pubblico Pugliese, Peppino D’Urso in compagnia dell’ex sindaco di Foggia, Gianni Mongelli.
Il giorno dopo il video del primo cittadino, Franco Landella da Borgo Mezzanone nel suo appello a Salvini, le magliette rosse indicano diverse proposte e priorità.
I segretari di Cgil, Cisl e Uil sono saliti dal Prefetto per chiedere essenzialmente tre cose.
Punto primo che il tavolo permanente per l’immigrazione sia convocato più frequentemente su argomenti delle associazioni e non su temi gestiti dalla sola Prefettura.
Come seconda esigenza ci sono i problemi delle residenze fittizie e dei permessi di soggiorno.
L’ultima richiesta riguarda i tempi per trattare le pratiche in Questura. “Passano anni se va bene – spiega Giorgio Cislaghi -. C’è il problema delle residenze fittizie a chi da anni sta in Italia nella legalità. Per avere il permesso devi avere un contratto e una residenza, ma siccome i lavoratori sono stagionali spesso non hanno una residenza fissa. C’è una circolare di Landella a firma di Taggio, che riduce le residenze ad associazione a settimana. Se ne possono avere al massimo 2 a settimana e le associazioni sono 6″.