Truffa sulla vendita delle case del Comune di Foggia, sequestro conservativo per Postiglione

È stato trascritto lo scorso 4 giugno l’atto giudiziario emesso dalla sezione della Corte giurisdizionale della Corte dei Conti di sequestro conservativo ai danni del commercialista Vittorio Postiglione, ex presidente della società veicolo Foggia Cartolarizzazione

Una good news per il Comune di Foggia. È stato trascritto lo scorso 4 giugno l’atto giudiziario emesso dalla sezione della Corte giurisdizionale della Corte dei Conti di sequestro conservativo ai danni del commercialista Vittorio Postiglione, ex presidente della società veicolo Foggia Cartolarizzazione nata nel 2008 con l’amministrazione Ciliberti e partecipata al 100% dall’Ente locale.
I fatti sono quelli relativi all’indagine del nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza che nel 2013 poneva in essere un’azione contro il consigliere del CdA della Foggia Cartolarizzazione, Antonio Caputo, per truffa ai danni del Comune.

L’inchiesta

Secondo l’accusa l’agente immobiliare Caputo,  delegato a stipulare i contratti di vendita di numerosi appartamenti del Comune da alienare, aveva venduto un immobile comunale situato in Viale Europa, già trasmesso dall’ente alla società veicolo, al signor Raffaele Abatescianni per circa 99mila euro. La somma però dopo essere stata versata in banca dopo 5 giorni in data 13 febbraio 2013, veniva riscossa direttamente agli sportelli con un ordine di bonifico firmato dal presidente Postiglione. Con la disposizione che i circa 100mila euro fossero accreditati sul conto corrente personale di Caputo.
“In altri termini – si legge nel dispositivo della Corte dei Conti – Caputo approfittando del fatto che il presidente avesse firmato una distinta in bianco invece di procedere all’accredito della somma al Comune se ne appropriava. L’indagine ha appurato che Caputo una volta avuta la disponibilità ha effettuato diverse operazioni di prelevamento di denaro contante e richiesto assegni circolari a favore di varie persone”.
Caputo ha patteggiato la pena di un anno e sei mesi di reclusione con la confisca dell’immobile sottoposto a sequestro. Ma sussiste oggi un ingente danno erariale.
La Corte ritiene “solidalmente responsabile” anche Vittorio Postiglione nella sua qualità di presidente della Foggia Cartolarizzazione.
“L’apposizione di firme su distinte in bianco appare una circostanza gravissima che esula dalla mera assenza di vigilanza sull’operato dei consiglieri di amministrazione delegati”.
La firma in bianco secondo la Corte non è una “mera formalità” dal momento che Postiglione “in virtù del ruolo rivestito ben sapeva che tale atto avrebbe potuto avere come logica conseguenza la concreta possibilità che si ponessero in essere condotte irregolari e/o fraudolente”.
A confermare la “sistematicità di tale condotta” ci sono anche le dichiarazioni del direttore di filiale della Unicredit. “Addirittura una volta aveva chiesto se poteva lasciare presso la banca delle richieste di bonifico firmate in bianca che di volta in volta i suoi collaboratori avrebbero compilato”, ha testimoniato il direttore.
A detta della Corte tale condotta dal “comportamento cosciente” ha agevolato e favorito la truffa di Caputo.
Il danno è stato cagionato direttamente al Comune di Foggia trattandosi di soldi pubblici derivanti dalla vendita del patrimonio pubblico. Soldi che non sono stati riversati alle casse comunali.
Postiglione nella sua veste di “agente contabile” aveva responsabilità da presidente della società veicolo costituita con intero capitale pubblico.
La Corte nel suo atto parla anche del “danno di immagine” subito dall’ente locale per questa vicenda citando l’articolo 97 della Costituzione. C’è nei fatti una “lesione del bene giuridico consistente nel buon andamento della Pubblica Amministrazione, che a causa della condotta illecita dei suoi dipendenti perde credibilità ed affidabilità sia all’esterno sia all’interno dell’apparato amministrativo, ingenerando la convocazione che un tale comportamento patologico sia una caratteristica dell’attività dell’ente pubblico”.
Insomma la Corte ci va giù pesante. “Il sequestrato Postiglione nel pieno esercizio delle proprie funzioni si è macchiato – scrive il presidente Mauro Orefice – di gravissimi reati offuscando col proprio comportamento l’immagine e la credibilità dell’amministrazione foggiana”.
Fumus boni iuris e periculum in mora per Postiglione, dal momento che il suo patrimonio si è sensibilmente decurtato risultando titolare solo di una quota pari ad un terzo di un appuntamento a Foggia nonché di redditi che in caso di condanna non riuscirebbero a garantire un tempestivo e celere soddisfacimento del credito erariale, che ammonta a ben 295.978 euro.
Per intanto quindi il sequestro conservativo dei beni di Postiglione in favore del Comune è pari a 98.657 euro sino alla concorrenza della somma complessiva.
La Corte dei Conti inoltre invita l’ente locale, l’Inps, le Poste, il Banco di Napoli, la Bper, la Deutsche Bank, l’Unicredit, Bpm e Bnl ed Unipol e Banca del Fucino a rendere dichiarazioni in ordine ai crediti vantati dai due soggetti con l’avvertimento che in assenza di comunicazione essa dovrà essere resa in udienza.