Ore calde in casa rossonera. La notizia della mancata mutalità al Foggia Calcio ha scosso l’ambiente. Ieri sul Corriere dello Sport il duro sfogo del giornalista Franco Ordine in merito alla situazione attuale che il club sta attraversando. Oggi parlano anche il sindaco, Franco Landella e il coordinatore provinciale di Forza Italia, Raffaele Di Mauro.
“La giustizia sportiva, com’è noto, compete alle società di calcio, non alla politica o alle istituzioni. E tuttavia il calcio (ne sono convinto da sempre) non è, né potrebbe essere esclusivamente, un patrimonio di presidenti e soci – ha ribadito il primo cittadino -. Il calcio appartiene alle città, alle comunità, ai tifosi e a chi lo vive e lo alimenta con la propria passione. Ed allora, come sindaco, ma ancor prima come cittadino e tifoso, non posso esimermi dal rilevare che quanto accaduto nelle ultime ore al Foggia Calcio, con le conseguenze che potenzialmente implica, richiede un’immediata quanto approfondita riflessione da parte degli organi competenti. La votazione con la quale martedì scorso l’assemblea della Lega di Serie B, a maggioranza, ha negato al Foggia Calcio il riconoscimento della mutualità – quindi la possibilità di ottenere gli oltre 2 milioni di euro di contributi già assegnati – insinua dubbi ed ingenera perplessità. A decidere il danno economico da infliggere alla squadra di calcio della mia città, infatti, non è stato un organismo “terzo” ed indipendente, ma un’assemblea composta da società che sono dirette concorrenti del Foggia Calcio e che beneficeranno degli effetti economici di quella stessa deliberazione. È impossibile non definirlo un conflitto di interessi – continua Landella -. Un conflitto che appare ancora più palese leggendo la “geografia” del voto, che ha visto le società di calcio settentrionali schierarsi compatte contro il Foggia Calcio, sostenuto, al contrario, da quelle meridionali, con la sola eccezione del Parma. Una spaccatura che amareggia e che dovrebbe indurre tutti coloro i quali hanno reale potere in materia ad avviare un ragionamento serio circa la necessità di modificare questo assurdo e pericoloso meccanismo di autoregolamentazione, così poco indipendente e soggetto ad interessi particolari.
Bisogna provare con urgenza a cambiare rotta, dal momento che appare intollerabile, a chiunque vi guardi anche con il semplice buon senso, che un club che raccoglie così tanta passione e che ha oggettivamente contribuito allo spettacolo della serie B, in termini di entusiasmo e di calore sugli spalti, in casa come in trasferta, possa essere – ancora una volta – gravemente danneggiato, a causa di decisioni assunte in maniera sommaria e senza la necessaria serenità di giudizio.
Spero che chi di dovere si attivi presto per correggere questo errore, che colpisce un’intera comunità, non solo una società sportiva o un’azienda”.
Sulla stessa linea anche la nota firmata da Raffaele Di Mauro. “Leggo nelle ultime ore notizie riguardanti la situazione del Foggia Calcio. L’articolo dell’ottimo concittadino Franco Ordine e le sue motivate preoccupazioni sia in relazione al voto delle società di serie B che con 13 voti contro 7 hanno deciso di non assegnare alla nostra società calcistica circa tre milioni di euro, sia in relazione al processo sportivo che si svolgerà il prossimo 22 giugno – spiega il coordinatore provinciale Forza Italia -. Notizie e preoccupazione che mi spingono ad effettuare una riflessione su un argomento che in apparenza non è politico ma che lo diventa in maniera evidente quando, attraverso l’immagine della propria squadra di calcio, coinvolge un intero territorio. Penso di non esagerare se sostengo che il futuro della nostra società calcistica si intrecci con il futuro della nostra città e della nostra provincia nella misura in cui il gioco del calcio può, come anche il turismo e l’imprenditoria, essere volano per lo sviluppo di un intero territorio. Abbiamo aspettato diciannove anni per tornare sulla scena del calcio che conta, ed il nostro ritorno in serie B è stata una boccata di ossigeno sociale per una terra troppo spesso – a torto – maltrattata e sottovalutata. Non è questo un motivo sufficiente per far sentire la nostra voce? Il mio timore è che quel voto dato in lega, in cui 13 squadre tutte appartenenti al nord del nostro Paese hanno deciso di punirci, possa essere il preambolo di qualcosa di molto più serio. Leggo nell’articolo di Ordine il timore di una pena esemplare in sede di giustizia sportiva, sottolineo esemplare, non giusta, ma esemplare. Quasi a voler dire che punendo una “cenerentola” maltrattata si possa educare le ricche e coccolate sorellastre, come nella più conosciuta delle fiabe. Penso sia giunto il momento di far sentire a quella Cenerentola la presenza del suo principe azzurro, di quel popolo che tanto la ama, sia dal punto di vista calcistico che sociale. Penso sia giunto il momento in cui tutti coloro i quali hanno un ruolo pubblico e politico facciano sentire la loro voce, non per ottenere un beneficio, ma semplicemente perché non si ottengano svantaggi ingiusti. Foggia non merita punizioni esemplari, Foggia merita giustizia – aggiunge Di Mauro -. Una società che ha onorato il campionato fino all’ultimo minuto, che ha “esportato” 25.000 tifosi in trasferta durante una intera stagione, facendo beneficiare tutte le società di spettacolo e incassi, che ha con sforzi sportivi raggiunto una netta salvezza e sfiorato la zona play off, merita di essere trattata con rispetto e giustizia anche dinnanzi ad eventuali errori commessi. Se vi sono stati sbagli verranno valutati, ma gli errori non possono inficiare il valore dei meriti sportivi raggiunti. Questa dovrebbe essere la voce di un popolo di gente comune, di cui si dovrebbero fare portatori – ognuno nelle proprie sedi di competenza – i nostri rappresentanti istituzionali e pubblici. Così come Ordine ha fatto sulle pagine del suo amato Corriere dello Sport, i nostri rappresentanti politici dovrebbero fare ai vertici delle loro istituzioni – e oggi ne abbiamo anche nei più alti consessi. Nel rispetto delle Istituzioni e del lavoro della magistratura competente, la provincia di Foggia – e il Foggia – non dovranno essere lasciate sole in balia delle onde.Facciamo sentire la voce di un popolo, quello di Capitanata, che non pretende aiuti ma neanche “sderruppe”, perché se quel dirupo dovesse arrivare, questa volta ce ne vorrebbe per riprenderci!”.