Sequestro conservativo ante causam della Procura Regionale della Corte dei Conti presso la sezione giusdizionale per la Puglia per 4 dirigenti ai Lavori Pubblici del Comune di Foggia emesso il 18 maggio scorso e trasmesso il 31 maggio 2018. Sono stati sequestrati immobili e conti correnti ai 4 burocrati Potito Belgioioso, Fernando Biagini, Matteo Ercolino e Fernando Corvino.
L’indagine della Guardia di Finanza riguarda l’inchiesta della Procura sui fatti del Distretto Caserma Oddone di Foggia e sulle presunte irregolarità commesse dai dipendenti dell’Ente per aver consentito o non impedito ed interrotto per circa un ventennio l’abusiva occupazione dell’immobile demaniale.
Dal 1999 al 2015 decine di famiglie, si legge nel provvedimento, hanno occupato abusivamente la struttura “come se ne fossero i proprietari, adibendola a quartier generale di attività criminali”. Nessun canone locativo né imposte comunali né utenze domestiche senza che le famiglie “evidenziassero un particolare disagio economico”.
I dirigenti secondo l’accusa “venendo meno agli obblighi di effettuare con correttezza efficienza ed economicità la gestione amministrativa finanziaria e tecnica dell’ente” hanno indicato falsamente e genericamente nelle proprie determine concernenti la liquidazione delle fatture relative ai consumi elettrici che si trattasse di “forniture agli edifici comunali’ ingenerando così nell’Ente pagatore la convinzione che gli esborsi fossero ascrivibili ai fabbisogni comunali.
Danno erariale al Comune di Foggia per ingiustificata erogazione e dispersione di risorse pubbliche, mancato incasso delle imposte comunali e quantificazione dello stesso. Questo il motivo del sequestro.
La corposa documentazione agli atti ha di fatto evidenziato che a fronte di una conclamata situazione di abusivismo alloggiativo la dirigenza comunale abbia perseverato in un imprudente ed ingiustificato atteggiamento di liberalità in favore degli occupanti. I dirigenti in questi mesi si sono difesi sostenendo che quegli atti erano “dovuti” in quanto “attuativi di una volontà politica”. L’organo del riesame ha contestato la non figurabilita’ del peculato non ravvisando condotte di natura appropriativa. Tuttavia le considerazioni del Tribunale del riesame per la Corte non valgono ad attenuare il convincimento che la condotta dei 4 (anche se Ercolino è estromesso dalle indagini del penale per l’avvenuta prescrizione) sia caratterizzata da dolo con contestuale occultamento doloso del danno e foriera di ingentissimo danno erariale per l’amministrazione comunale.
Le determinazioni dei 4 si legge sono stati “atti di ingiustificata mera liberalità in favore degli abusivi occupanti la Caserma Oddone”.
Anche l’asserito carattere di straordinarietà della fornitura viene di fatto smentito dal protrarsi negli anni dal reiterato e protratto atteggiamento di ingiustificata liberalità.
I 4 dirigenti non si sono altresì giammai attivati per la riscossione delle imposte comunali, sui rifiuti prodotti, per decenni, da oltre 82 persone occupanti sine titulo, scrive la Corte.
Il distretto è una superficie fondiaria di 14.505 metri quadrati di cui 3.899 di superficie coperta.
“I 4 dirigenti avrebbero dovuto attivarsi per contestare agli inquilini i pagamenti delle imposte comunali sui rifiuti al pari degli altri cittadini avendo a disposizione i parametri per il calcolo e la quantificazione dell’imposta a ciascun nucleo familiare”. E invece si legge “rimanevano inerti e non ponevano in essere efficaci e tempestive iniziative di azione per la regolarizzazione della iniziale situazione di emergenza alloggiativa né adottavano idonee misure di reazione all’indebito arricchimento di terzi ai danni del Comune”.
Ebbene Matteo Ercolino e Fernando Biagini in solido tra loro hanno erogato somme illegittime per 120.897 euro, Fernando Corvino per 90.386 euro, Biagini ancora per 270mila euro circa e 84.734 per Belgioioso.
A tali poste devono assommarsi gli importi non incassati dal Comune per l’omessa riscossione per un complessivo importo di 68mila euro individuato dalla Polizia Tributaria.
Il danno complessivo patrimoniale è pari a 634.881 euro e i requisiti per la concessione della misura cautelare sono il fumus boni iuris e il periculum in mora.
Sequestro conservativo quindi per immobili, usufrutti, i numerosi conti correnti dei dirigenti e case al mare.