Cade a pezzi il Tribunale di Lucera, dopo presidio giustizia muore patrimonio artistico. Il sindaco si incatena

Il secondo piano del Palazzo è tabù, si rischia di ferirsi con i lapidei e laterizi che cadono dai soffitti

Fascicoli accatastati senza nessun criterio, calcinacci, guano. Cause archiviate, anche recenti da Rodi e Apricena. I simboli del terzo potere della Repubblica, dalle aule giudiziarie alle bandiere, sono lasciati marcire. Insieme alla targa e agli arredi dell’ufficio dell’ultimo procuratore di Lucera, Domenico Seccia. È molto più di un luogo dell’abbandono quello che si svela agli occhi di chi visita oggi il Tribunale di Lucera.
Il secondo piano del Palazzo è tabù, si rischia di ferirsi con i lapidei e laterizi che cadono dai soffitti. Poco importa che vi siano volte affrescate del 1700, che ancora possono essere recuperati.
“Non facciamo che diventi un’altra nostra vergogna del Sud. Ci avete tolto un presidio di giustizia, ma non toglieteci anche il patrimonio artistico”, ha detto rivolto al Ministero di Giustizia il sindaco di Lucera, Antonio Tutolo che è tornato ad incatenarsi per sensibilizzare istituzioni e comunità.
Dal prossimo settembre il Palazzo sarà trasferito definitivamente al Comune, ma dal 2013 il Ministero non ha provveduto neppure alla ordinaria pulizia e manutenzione. Vi è la vigilanza privata della società “Città di Lucera”, che cura il servizio sin dal 1989. 20 vigilantes si alternano nella centrale operativa, che controlla ormai solo il simulacro del Tribunale che fu. “Abbiamo una fattura di circa 70mila euro ancora non corrispostaci, stiamo pagando la corrente, anticipando denaro”, spiega il responsabile che ci fa entrare nelle aule di giustizia e nei vari ambienti.

“Non è che perché non ho nulla da fare, mi incateno: è un modo per farmi sentire, altrimenti che ci faccio qui? Perché essere sindaco?” I cittadini federiciani dall’agosto 2013 con un decreto ministeriale hanno subito la decisione che metteva lo stabile del Tribunale di Lucera a disposizione del Tribunale di Foggia.
“In questi anni nonostante i miei ripetuti solleciti nessuno è intervenuto a fare la dovuta manutenzione. Quell’immobile è di proprietà comunale e nulla percepiamo per l’uso di quello stabile di rilevanza storica e artistica. Oggi ci sono danni ma è ancora recuperabile con interventi puntuali e mirati. È mio dovere difendere un bene di nostra proprietà. È un mio dovere morale. Dal ministero nessuna risposta è giunta. Disinteresse più assoluto. Dal Tribunale di Foggia si sono lavati le mani. Evidentemente pensano di poter occupare un nostro immobile senza pagar nulla e non facendo nemmeno la manutenzione per conservarlo. Arroganti”.
Catene e sciopero della fame per il sindaco. “Quel palazzo contiene degli affreschi meravigliosi che rischiano di essere compromessi dall’incarico e dall’abbandono. É un edificio che non può diventare un rudere. Ho tanta rabbia dentro. Non posso permettere che ciò accada”.
Che farne dunque? Le idee non mancano a Lucera, ma l’inerzia ministeriale è stata in questi anni troppo agghiacciante per essere taciuta.



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