Momento storico per la provincia di Foggia, ecco il Reparto prevenzione crimine. “Mafiosi finiranno tutti in galera”

A San Severo inaugurato il Rpc Puglia Nord della Polizia di Stato con le più alte cariche, il Prefetto Gabrielli, il Ministro Minniti e la presidente della Commissione Antimafia Bindi

In Via Guareschi, dove una tabaccheria è stata rapinata più volte e il discount MD ha subito più di un furto, a San Severo un tempo c’erano un ufficio tributi e un garage comunale. Lì questa mattina è stato inaugurato il Reparto prevenzione e crimine Puglia Nord della Polizia di Stato con le più alte cariche dello Stato, il Prefetto Gabrielli, il Ministro Marco Minniti e la presidente della Commissione Antimafia Rosy Bindi.
Sono 21 i reparti simili in Italia, 3 in Puglia a Lecce, Bari e ora San Severo. La Puglia è l’unica regione che insieme alla Calabria ha ben tre nuclei. 72 uomini e 22 auto. Un dispiegamento umano e di mezzi importante simile ai reparti già più strutturati.
Il reparto sarà indipendente, di fatto non dipende dalla Questura, ma i suoi servizi saranno disposti dalla Questura. “Noi non faremo indagini, ma solo repressione e controllo, con posti di blocco ed altro. Andremo in ausilio delle squadre mobili e della polizia giudiziaria”, spiega un agente a l’Immediato.
72 uomini, di cui la componente più grossa appartenente comunque alla zona: Termoli, San Severo, Alto Tavoliere. Con aggiunte di poliziotti campani e calabresi. Il personale è molto giovane, con un’età media di 35 anni.
“Lo Stato vince quando predispone le sue forze. Le cose sono già cambiate da quel 9 agosto – ha detto l’ex procuratore nazionale antimafia Franco Roberti -. Io non ragiono mai in termini di emergenza, qui c’è una presenza criminale endemica. Vanno fatte scelte coraggiose e di rottura, questa lo è: è importante e foriera di risultati positivi”.
Grande l’esultanza all’arrivo del piddino Minniti alla guida ancora per poco del Ministero degli Interni. Tanti già lo rimpiangono: sulla Capitanata ha mantenuto la parola.

“Signor Ministro le consegniamo questo reparto – ha detto il capo della Polizia -. In un momento in cui il Paese si accinge a cambiare governo non posso che ringraziarla per la sua competenza e per la sua attenzione, per il suo farsi argine di fronte ai problemi degli apparati. Noi le offriamo una piccola testimonianza su come le sue direttive abbiano trovato forti realizzazioni”.
Emozionato ed orgoglioso il sindaco Miglio, che ha mostrato estrema gratitudine nei confronti di Minniti e delle istituzioni: “Nel corso di un comitato del 10 agosto ebbe a dire che la criminalità di Capitanata avrebbe assunto un rilievo nazionale. A neanche un anno di distanza possiamo dire che gli impegni sono stati mantenuti. Questo indirizzo ha potuto avere concretizzazione grazie a tante istituzioni. Un grazie al prefetto Franco Gabrielli, al Prefetto Mariani un uomo con le idee chiare di grande supporto degli enti territoriali. Quando la paura sembrava prevalere Mariani mi ha incitato ad andare avanti. Alla presidente Rosy Bindi. A Franco Roberti, che in quei giorni drammatici con tre rapine al giorno venne a farmi visita, a portare a me la sua vicinanza istituzionale e personale. Un ultimo pensiero lo voglio rivolgere alla mia Giunta, al consiglio comunale, alla mia città. Quella di oggi è una vittoria di tutti noi, della comunità cittadina. A San Severo oggi c’è lo Stato, a quei cittadini che a migliaia si riversarono nelle strade dico che di questi uomini e di questa compagine noi possiamo fidarci. Lo Stato quando è unito vince sempre. A quegli altri dediti al malaffare dico: noi non abbiamo paura”. Forte il suo pathos nel dedicare la giornata a Luisa Fantasia e Stella Costa, due vittime di mafia sanseverese, che la città non ha dimenticato.
“Lavoro, sacrificio e amore per la nostra terra”, questo il linguaggio di legalità di San Severo. Storia, radici contadini e il sudore dei nonni semianalfabeti ma onesti. “Questo è il linguaggio che noi vogliamo si parli. Questa è la città che voglio raccontarvi e di cui voglio si parli nei giorni avvenire”.

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Schietto ed efficace come di consueto il messaggio del Ministro. “Non c’è sfida, anche la più drammatica ed impegnativa, che non può essere vinta. L’impegno di tanti non può non portare ad un risultato. Quando venimmo a Foggia ricordo l’impegno, lo smarrimento. Il 10 agosto scorso poteva esserci una rappresentazione di una risposta, che in altri casi veniva chiamata passerella. E per il 50 per cento poteva esserci una risposta vera: noi usammo parole impegnative, dicemmo che la risposta sarebbe stata durissima. Ci si interrogò sull’uso di quel superlativo: durissima. La Puglia sarà l’unica regione insieme alla Calabria ad avere tre reparti: abbiamo mantenuto la parola“.
Minniti ha anche riconosciuto il lavoro di Miglio: “Se non ci fossero stati la passione e l’impegno del sindaco non ce l’avremmo fatta. Grazie sindaco, sono venuto qui per ringraziarla. La partita della sicurezza non la vinceremo mai senza una collaborazione e una cooperazione forte tra Stato e comunità locali e qui c’è stata”.

Non è mancata l’autocritica. “Si è sottovalutato che questa realtà è crocevia strategico nel traffico internazionale di stupefacenti. Un punto cruciale per il contrasto alle mafie: ad un certo punto è stato icasticamente visibile. Roberti ce lo ha detto con chiarezza in tempi non sospetti, sono andato anche in Albania, mi hanno invitato ad un incontro. Nessuno sarà impunito: noi andremo fino in fondo, li metteremo tutti in galera perché non può esserci nessuna impunità in questo Paese“.
Il controllo del territorio significa una sola cosa per Minniti, ossia sovranità. “In uno Stato che si rispetti comanda lo Stato, non comandano le cosche mafiose. Vale per San Severo, la Puglia e per tutto il Paese”.
Il Ministro ha ringraziato tutte le forze dell’ordine, con un riferimento particolare alla GdF per  l’aggressione ai grandi capitali.
“Abbiamo visto squadernarsi due grandi questioni: una è l’impunità, che non può succedere. Può succedere che qualche reato avvenga ma quello che non può succedere è che il reato rimanga impunito. Non ci possono essere impuniti. Con questa struttura costruiamo un presidio importante di legalità, oggi si scrive una pagina importante per la sicurezza di questa comunità. Alla fine il bene e i buoni vinceranno”, ha concluso.
Tra i bambini accorsi a salutare il Ministro e tra la cittadinanza c’è fiducia. “Le cose cambieranno”, hanno detto i più.
Tra gli agenti permane qualche scetticismo logistico: il reparto è più vicino al Gargano Nord che a territori caldi come quello Cerignolano o anche a Monte e Mattinata. “Si sarebbe dovuto istituire a Foggia”, azzarda qualche poliziotto della Questura. Non c’è l’autostrada? “Certo, sperando ci diano il telepass”, scherza qualcuno.
Il risultato comunque è di quelli storici per la provincia di Foggia.