Il brigantaggio in Capitanata raccontato agli studenti, incontro con Filomena Arena

“Incontro con l’autore” è il progetto didattico voluto dal Dirigente Scolastico dell’i.c.s. “da Feltre-Zingarelli”, Mirella Coli e organizzato dalla professoressa Lucia Palmieri, docente di italiano e storia. L’obiettivo è quello di stimolare gli studenti alla scoperta e al piacere della lettura attraverso iniziative, dibattiti e incontri che coinvolgono i ragazzi, gli insegnanti, gli scrittori su tematiche di comune interesse. Il libro di Filomena Arena, “Società e brigantaggio nella crisi dell’Unità in Capitanata”, ripercorre il quadro storico della Capitanata nel periodo postunitario, attraverso un attento esame dei documenti e delle immagini più significative presenti nell’Archivio di Stato di Foggia.
La storia va intesa non solo come complesso di conoscenze sul passato ma, in primo luogo, come processo di costruzione delle conoscenze metodicamente regolato. L’esperienza del metodo e la riflessione critica su di esso devono diventare parte integrante della formazione degli alunni.
“Conoscere la storia del proprio Paese – sottolinea la dirigente – è come dare le fondamenta ad una costruzione. Sapere ciò che è avvenuto nel passato significa valorizzare il presente, dargli un lustro diverso, significa far parlare luoghi e cose; significa ancora scoprire che la storia che si studia sui libri non è qualcosa di lontano e amorfo o una fredda sequela di date, di nomi e di fatti, ma molto di più. La storia, infatti, racconta momenti vitali vissuti da gente come noi che ha avuto i nostri stessi problemi, ha affrontato le nostre stesse difficoltà, ha vissuto la nostra stessa quotidianità, naturalmente con contenuti diversi. Tutto questo porta a scoprire la validità della storia come disciplina umana per eccellenza e a nutrirsi della sua ricchezza. Una scuola di qualità sa conservare la memoria del passato, ascoltare i segni del presente e guardare con responsabilità al futuro”.

Il brigantaggio, iniziato nel 1861, fu una disperata rivolta dei contadini meridionali contro un ordine sociale che, dopo l’Unità, invece di venire abbattuto, venne rinsaldato. Un mondo contadino immobile da secoli, segnato da povertà e analfabetismo e che di fronte alle secolari umiliazioni: “non c’erano che due possibilità: essere brigante o emigrante”. Quando presero le armi, contadini, pastori ed ex soldati dello Stato delle Due Sicilie lo fecero contro un’unità nata male, calata dall’alto, che aveva promesso miglioramenti e terre che non erano arrivati. Fu rivolta sociale e scontro tra culture: quella contadina della fatica, della diffidenza e del sacrificio contro la nascente civiltà industriale del progresso spietato, dei sotterfugi, della spregiudicatezza.
I briganti non furono “criminali comuni” come pensò la maggioranza degli italiani, ma un esercito di ribelli che, all’infuori della violenza privata, non conoscevano altra forma di lotta. Un marchio d’infamia, dunque, impresso sui briganti del Sud per decenni. Ma se il brigante ha perso il suo significato negativo, diventando simbolo positivo di ribellione e protesta contro tutte le ingiustizie, lo si deve alle tante riletture storiche che hanno ridisegnato in maniera più ampia gli anni della “guerra contadina”. “I briganti difendevano, senza ragione e senza speranza, la libertà e la vita dei contadini, contro lo Stato, contro tutti gli Stati”. (Carlo Levi).?

Il volume ripercorre il fenomeno del brigantaggio ed esprime il vissuto della popolazione costretta a vivere in una posizione di subalternità, a cui si ribella.
L’autrice ha consultato manifesti, statistiche, documenti, relazioni ed ha ricostruito la microstoria della Capitanata all’indomani dell’Unità d’Italia, superando il libro di testo e promuovendo la ricerca storica.
Solo ciò che si conosce e ci appartiene è veramente degno di attenzione e di cura e nulla ci appartiene più della nostra storia, anche quella piccola che compare solo negli archivi storici. Davanti ai nostri occhi abbiamo un grande testo di storia: il grande libro del territorio, lo scenario della nostra vita quotidiana in cui sono scritti i segni del lavoro e dell’opera delle generazioni che ci hanno preceduti. Scoprire il territorio è per la scuola un’esperienza formativa che contribuisce a superare la trasmissione del sapere utilizzando esclusivamente i libri di testo e che promuove l’apprendimento attraverso attività di laboratorio.

L’autrice. Filomena Arena, laureata in Pedagogia e specializzata in Pedagogia clinica con esperienza nella sperimentazione e ricerca educativa. È Direttrice Didattica presso il Comune di Foggia. Si interessa della storia del territorio e di didattica della storia. Ha collaborato con varie case editrici, con riviste del settore ed ha effettuato numerosi interventi su argomenti di storia locale.