Droga e smartphone introdotti nel carcere di Foggia, detenuti sorpresi durante ore lavorative

Continua l’attività di contrasto della Polizia Penitenziaria all’interno del carcere di Foggia sull’introduzione di sostanze stupefacenti. Gli agenti del reparto di Polizia Penitenziaria di Foggia, diretto dal dirigente, Luca Di Mola, sempre più determinato nelle azioni di contrasto, coadiuvato dal sostituto commissario M.Q. e dall’ispettrice R.S. durante l’attività di contrasto e prevenzione all’introduzione di sostanze stupefacenti, questa volta hanno sorpreso detenuti che svolgevano attività lavorative, secondo quanto previsto dall’ordinamento penitenziario, in possesso di diverse dosi di hashish. Solo qualche giorno prima, sempre i baschi azzurri del capoluogo dauno hanno rinvenuto e sequestrato un telefono cellulare nella disponibilità di alcuni reclusi.

A renderlo noto è il Segretario Generale Aggiunto del Sindacato di Polizia Penitenziaria (S.PP.) Daniele Capone: “L’opinione pubblica e le istituzioni devono capire che è sempre più complicato garantire la sicurezza negli istituti penitenziari. Possiamo paragonare oggi il carcere ad un palazzo di vetro, in cui è sempre più garantita la trasparenza delle varie operazioni e l’apertura al mondo esterno, evitando però gli eccessi. In carcere bisogna garantire percorsi formativi di scuola elementare, medie, superiori e anche universitari, i molteplici progetti con le varie associazioni di volontariato, l’accesso ai vari corsi professionali pubblici o privati, l’ingresso in istituto di figure professionali e tutto il settore sanitario, come medici infermieri specialisti a vario titolo. Ma se a tutto questo, aggiungiamo le varie centinaia di persone che accedono quotidianamente in istituto per far visita al proprio familiare recluso ed infine i tanti avvocati che accedono per garantire il sacrosanto e costituzionalmente garantito diritto di difesa, con questi numeri, come si può contrastare riducendo al minimo l’introduzione di sostanze stupefacenti o di oggetti non consentiti? Non posso dimenticare l’assenza di ausili tecnici che possono venire in aiuto, tipo quelli previsti negli aeroporti”.

E se a questi dati aggiungiamo il feroce taglio di personale di Polizia Penitenziaria già operato con la legge di riordino delle carriere di polizia, si capisce quanto sia complicato operare con efficacia all’interno del sistema penitenziario. “L’unico auspicio per gli uomini dei baschi azzurri in termini di sicurezza più effettiva ed efficace – conclude Capone – è quello di portare a compimento l’unificazione con Carabinieri o Polizia di Stato come l’Europa ci chiede ormai da un decennio”.

Questa notizia puoi leggerla direttamente sul tuo Messenger di Facebook. Ecco come