
Tutti condannati gli uomini del clan Perricciolo, accusati di associazione a delinquere di stampo mafioso nelle Marche. Dopo un processo durato sette anni, il giudice Daniela Bellesi ha inflitto la condanna a sei anni e sette mesi a Mauro Amidei di Filottrano, quattro anni a Rosario Arienzo di Napoli, dieci anni a Nicola Bella di Caltanissetta, sei anni a Mirco Calvari di Loreto, nove anni e due mesi ad Alessandro Cavalieri di San Severino, sei anni a Salvatore Fontana di Palermo, due anni e tre mesi ad Agostino Giacchetti di Agrigento, quattro anni a Margherita Linardelli di Recanati, dieci anni a Francesco Maenza di Palermo, sette anni a Roberto Olivieri di Roma, nove anni, sei mesi e quindici giorni a Giuseppe Perricciolo di Catanzaro, quindici anni a Salvatore Perricciolo di Catanzaro, dodici anni ad Alessandro Petrolati di Corinaldo, nove anni e dieci mesi ad Agostino Porcelli di Foggia, otto anni e otto mesi a Filippo Riggio di Caltanissetta, cinque anni e tre mesi a Sandro Sabini di Teramo, sei anni a Domenico Sanfilippo di Catania e tre anni a Lorenzo Bitocchi di Loreto.
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“Il gruppo viveva tra Ancona e Ascoli – scrive il Resto del Carlino -, e si era dedicato alle estorsioni ai locali, allo spaccio, alle rapine, agli incendi, utilizzando armi ed esplosivi. Pene ancora più alte erano state chieste dal procuratore antimafia Elisabetta Melotti e dal sostituto procuratore di Macerata (ora in corte d’appello ad Ancona) Cristina Polenzani, ieri presente fino a tardi in tribunale per ascoltare la decisione del collegio. Il processo si fonda sulle dichiarazioni del pentito Marco Schiavi, secondo il quale la banda avrebbe avuto nel suo raggio d’azione politici di primo piano e star dello spettacolo, che per altro hanno smentito le sue affermazioni.