
Nessuna parola rituale nella Santa Messa di Natale in Cattedrale a Foggia, celebrata dal Monsignor Arcivescovo Vincenzo Pelvi, che non ha perso occasione per fustigare la società dei consumi davanti ai fedeli e al coro del Maestro Agostino Ruscillo.
“La nascita di Gesù Cristo dà un pezzetto di grazia in più. Che nasce a fare Gesù se la vita di tanti bambini viene rifiutata e non riescono a nascere perché si sceglie di non farli nascere? Tutti cerchiamo la bellezza e la produttività, ma possono distruggere il corpo delle persone. Si cerca il primato sugli altri, sui ragazzi, le forme di bullismo non sono cristiane. Se guardiamo nelle nostre case, quanti sorrisi potrebbero essere inizio di perdono. E i nostri anziani li teniamo umiliati e allontanati solo per la pensione. Che è nato a fare Cristo dove la vita non è accolta? Vogliamo tutti una vita perfetta, senza disagio, senza malattie. Ma Cristo è nato senza una casa, dobbiamo scuoterci, dobbiamo essere accoglienti e mortificarci quando mettiamo l’io al centro”.
L’Arcivescovo è stato schietto e ha citato “la grande confusione di ieri con musiche assordanti, con vino e alcolici gettati per strada”.
“Ma cos’è il Natale? È quello il Natale? Io non mi sento prete se non riesco a comunicare la piccolezza del Bambino”. Cosa fare “davanti ad un Dio che è fallito”?
“Serve coraggio, ho molto timore della nostra democrazia, perché la democrazia non si esporta ma è una forma di dialogo. La diversità è una opportunità non un peso. Anche per dare la cittadinanza tutto diventa calcolato per il consenso politico. Dobbiamo rimboccarci le maniche, la Chiesa per prima deve cambiare, sporcarsi le mani, è la relazione che santifica, dobbiamo scendere tra la gente. Il Natale è la festa del coraggio: nessun uomo deve essere escluso, nessuno deve essere dimenticato”, ha detto ricordando “i vecchietti chinati su loro stessi” incontrati agli Ospedali Riuniti. “Forse sono antipatico”, ha ammesso e ha concluso: “Non dobbiamo abbellire il nostro cristianesimo di tante incrostazioni, Dio è uomo. Preghiamo: dammi la forza di essere un pochino più umano. Il desiderio è già di aver risposto al richiamo di Dio, questo piccolo grumo di sangue. Che gli altri siano i primi nella vostra vita e voi gli ultimi. La perfezione è l’appartenenza, la relazione. Accogliete Dio come lo sguardo contemplatore della madre. Ho detto tante cattiverie ma poi domani mi vado a confessare”, ha scherzato.