Goderecci, scanzonati, a tratti spregiudicati. Sono “Slavi – Bravissime Persone” e hanno in valigia la loro musica gitana con sonorità elettroniche che sfociano nel pop. Raccontano cose semplici, cose di cui tutti parliamo nel quotidiano. La loro genialità è questa: la capacità di mettere in musica i discorsi da bar, rendendo vero il loro travolgente ritmo gitano. La band è un contenitore sperimentale, fondato dai musicisti Antonio Ramberti (Duo Bucolico), Marcello Jandu Detti (Supermarket), Nestor Fabbri (Nobraino), Alfredo Portone (Supermarket), il Pitone (Howbeatswhy), attualmente impegnata in un tour di promozione sia in Italia che in Europa per presentare il primo album d’inediti dal titolo omonimo uscito a ottobre per Beta produzioni.
Gli Slavi si esibiranno a Lucera, giovedì 23 novembre, alle 21, nella suggestiva cornice di Palazzo D’Auria Secondo. E’ un percorso che parte dalle sonorità della musica gitana, percorre quelle dell’elettronica e sfocia nel pop, ideato ed arrangiato, però, per non passare nel circuito mainstream. Stravaganti e appariscenti come se volessero confermare l’immaginario comune che si ha della loro etnia. Ma sul palco, come ovvio che sia, ogni stereotipo muore. Arrangiamenti sbilenchi, ma mai banali, che coinvolgono il pubblico facendolo sentire parte del live. Un progetto tutto da godere dal vivo. Brani ironici, provocatori, sinceri, conflittuali come il primo singolo uscito in anteprima dal nome Spermatozoi. Gli “Slavi-Bravissime Persone” sono moderni menestrelli che cantano dell’amore terreno, in un turbinio di danze, di canti popolari, di quel cantautorato dedito al diletto, tra vortici gipsy e valzer della vecchia Romagna. Un fiume di elettronica che si getta nel mare del pop, una miscela trascinante di vibrazioni musicali e parole in piena.Tra acrobazie musicali a velocità smodata e rime che inneggiano ad una rivoluzione sonora. Perché l’umiltà non è una virtù per le bravissime persone.