Prendete una dimora aristocratica isolata in una notte di luna piena. Aggiungetevi un padrone di casa pallido, emaciato e con i denti aguzzi che si aggira alla ricerca del suo nutrimento preferito: sangue caldo. Ecco il mito di Dracula, protagonista di tante maschere nella notte di Halloween. Ma qual è il nocciolo di verità intorno al quale si è creato questo mito che ha prodotto una serie di storie descritte in libri e film? Esiste una malattia che spieghi almeno alcuni degli elementi chiave, intorno ai quali è stata costruita la leggenda? A chiederselo su ‘500words’ (www.fivehundredswords.it) è Maurizio Margaglione, che insegna Genetica medica presso l’università degli Studi di Foggia.
“Più episodi di fotosensibilità acuta possono portare a cambiamenti cronici della pelle esposta al sole (ispessimento, indurimento, pseudovescicole cutanee, rughe intorno alle labbra) e delle unghie. Le lunghezze d’onda della luce che causano le reazioni della pelle nell’Epp (ultravioletti di tipo A), a differenza di quelle che causano la scottatura solare (ultravioletti di tipo B), possono passare anche attraverso i vetri delle finestre. La patologia – dice il genetista – è conosciuta dal 1960 e fino ad oggi era associata alle mutazioni di un gene (noto come Fech) e, molto più raramente, a mutazioni di un secondo gene (Ala2).
Dunque “esisterebbe una base scientifica sulla quale è nata una leggenda. Ma qualcosa non quadra: entrambe queste forme genetiche, infatti, non giustificano la presenza di una malattia ereditaria che si può tramandare di generazione in generazione (note come autosomiche dominanti). E allora, com’era possibile che Dracula desse origine a prole altrettanto assetata di… sangue? Ma ecco che un recente articolo pubblicato su ‘Pnas’ da ricercatori americani e francesi ha aggiunto un nuovo elemento, rendendo la storia più intrigante. Gli autori hanno identificato un nuovo gene, Cplx, le cui mutazioni possono dare origine a una forma autosomica dominante dell’Epp, tramandandola cioè alle generazioni successive”.
“Generazioni di pazienti che non tollerano l’esposizione alla luce del sole, sono spesso anemici, pallidi e senza forze; devono tenersi al riparo dalla luce – e quindi lontano dalle finestre – per non incorrere in dolorose lesioni cutanee nelle parti esposte del corpo. Possono aver bisogno di ferro e… il sangue ne è ricco. In passato, si consigliava ai pazienti di uscire solo di notte e, in mancanza di trasfusioni, di bere sangue animale”.”Ce n’è abbastanza per alimentare storie e superstizioni sui vampiri (uomini che come i suddetti pipistrelli, si aggirano di notte nutrendosi di sangue). E il conte Dracula? Quasi ci siamo – conclude il genetista – C’è solo da aspettare il prossimo articolo scientifico”.
AdnKronos Salute