Ancora una volta il coraggio mostrato dalle persone offese vittime di usura ha trovato risposte positive e decisive da parte della giustizia e la dimostrazione che la costituzione di parte civile nei procedimenti penali a carico di imputati per il reato di usura può fornire un apporto rilevante allo svolgimento del processo.
La terza sezione penale del Tribunale di Foggia – presidente Civita – ha inflitto, infatti, condanne pesantissime per i reati di usura ed estorsione a carico di Francesco Nardino (82 anni) e dell’ex consigliere comunale Vincenzo Mazzeo (53 anni), rispettivamente condannati alla pena di 5 e 7 anni di reclusione, oltre all’interdizione dai pubblici uffici per anni 5 per il primo imputato e all’interdizione dai pubblici uffici in perpetuo per il secondo imputato. I due sono stati condannati, oltre al completo risarcimento del danno, anche ad una provvisionale immediatamente esecutiva di circa 50.000 euro a favore delle persone offese costituitesi parte civile.
La brutta vicenda che ha coinvolto un padre e due figli di San Severo trova le sue origini in un prestito di 50.000 euro a fronte del quale le persone offese hanno versato, all’atto del prestito, 5.000 euro a titolo di intermediazione ad uno degli imputati e 5.000 euro a titolo di interessi all’altro imputato, facendosi promettere, inoltre, la corresponsione di 5.000 euro mensili a titolo di interessi sulla somma prestata, dando così luogo ad un tasso del 150% annuo.
La richiesta assillante degli interessi mensili si è trasformata da subito in un incubo infinito per le vittime, oltre che di usura, di pesanti minacce di morte finalizzate al versamento degli interessi pattuiti e costrette alla vendita dell’unico appartamento di loro proprietà ad un prezzo imposto dallo stesso usuraio pari alla metà dell’effettivo valore dell’immobile.
L’ampia e sentita istruttoria dibattimentale, oltre a confermare in toto l’impianto accusatorio, ha portato alla luce il lungo calvario patito dalle vittime di usura le cui testimonianze, precise e concordanti, hanno offerto al tribunale una ricostruzione dettagliata dei rapporti intercorsi con gli usurai e della loro condizione di soggiogazione dovuta allo stato di bisogno.
Anche in questo ennesimo e triste episodio di usura, la Fondazione antiusura Buon Samaritano, rappresentata dall’avvocato Andrea C. D’Amelio, si è costituita parte civile nel procedimento penale, offrendo una concreta dimostrazione di vicinanza delle istituzioni a chiunque, vittima di reato, trovi la forza ed il coraggio di reagire ai fenomeni criminali del nostro territorio.