Carceri al collasso, scatta sciopero della fame. È record di agenti aggrediti

Da sinistra, Di Giacomo, Cusmai e Capone

Circa 530 detenuti invece di 330. Celle con dentro sei persone piuttosto che le due previste. Infine 250 agenti rispetto ai 336 richiesti dalle piante organiche. Sono i numeri del carcere di Foggia, struttura ritenuta ormai da tempo al collasso. In Puglia 3,7 aggressioni al giorno ai danni dei poliziotti della penitenziaria con il capoluogo dauno attestato tra i centri più critici. L’ultimo agente malmenato è tuttora in ospedale, salvato solo grazie al tempestivo intervento dei colleghi.

Stamattina a Palazzo Dogana, è intervenuto il Segretario Generale del Sindacato Polizia Penitenziaria S.PP., Aldo Di Giacomo congiuntamente al vicepresidente della Provincia Rosario Cusmai e all’agente della penitenziaria, Daniele Capone. Annunciato lo sciopero della fame per evidenziare la grave situazione delle carceri italiane e pugliesi, “che sono lo specchio della sicurezza in Italia”, ha detto il segretario. “Picchiare un poliziotto significa picchiare lo Stato”. Inoltre, Di Giacomo ha iniziato il 20 novembre da Campobasso un nuovo tour che lo porterà in tutta Italia per sensibilizzare il mondo della politica ad interventi immediati sul tema. Nei prossimi giorni sarà a Napoli, Palermo e Roma sostenuto da An e Fratelli d’Italia.

La richiesta è quella di potenziare gli organici ma anche di meglio regolamentare le politiche estere e la gestione del flusso di migranti. “Il 57% dei reati predatori sono commessi proprio da extracomunitari”, ha fatto notare Di Giacomo. “Si faccia in modo che scontino condanne nei loro paesi”. Il segretario S.PP. ha anche fortemente criticato l’aumento dello “stipendio ai detenuti” disposto dal ministro della Giustizia, Andrea Orlando. I carcerati che lavorano in carcere, infatti (svolgendo lavori di manutenzione degli edifici, in cucina, nelle pulizie) o per conto di cooperative che hanno spostato parte della loro produzione oltre le sbarre, godranno di una busta paga aumentata di circa l’83%, arrivando a una media di 7 euro l’ora. Capone, infine, ha parlato di “senso di insicurezza accentuato ormai da tempo. Per questo chiediamo il ripristino della pianta organica”.