Due auto incendiate a Vieste ma l’obiettivo, stando agli investigatori, era chiaramente la Fiat Bravo del 37enne Emanuele Finaldi, pregiudicato locale scampato ad un agguato circa due anni fa. Le fiamme attorno alla mezzanotte di ieri sera in via Einaudi. Il rogo ha interessato anche una Peugeot 407 parcheggiata accanto alla vettura di Finaldi. Certa, secondo i carabinieri che indagano sull’accaduto, la natura dolosa dell’incendio anche se non sono state trovate tracce di liquido infiammabile. L’uomo ha negato qualsiasi cosa dichiarando di non aver mai ricevuto minacce.
Finaldi, ricordiamolo, rimase ferito nel marzo 2015 da colpi di arma da fuoco e finì ricoverato con prognosi riservata nell’ospedale Casa Sollievo della Sofferenza a San Giovanni Rotondo. Secondo quanto accertato dai militari del Comando provinciale di Foggia che indagarono sull’episodio, Finaldi stava tornando a casa quando uno sconosciuto sparò contro di lui alcuni colpi di fucile calibro 12 che raggiunsero la vittima alle spalle. L’uomo era vicino al boss, Angelo “cintaridd” Notarangelo, morto ammazzato a gennaio dello stesso anno.
Ma il 37enne è noto anche per una vecchia storia di assenteismo. Finaldi era custode del cimitero viestano ma fu subito soprannominato “il fantasma del cimitero” in quanto, dopo la sua assunzione nel 2006, non si recò mai a lavorare, creando persino disagi per l’organizzazione di funerali e tumulazioni. L’uomo fu arrestato per truffa e falsità ideologica aggravata e continuata.