Provincia di Foggia sotto choc per la distruzione della villa di Faragola, sito archeologico di Ascoli Satriano tra i più rilevanti del territorio. Sul posto per domare le fiamme, i vigili del fuoco. Indagini affidate ai carabinieri. Contattati da l’Immediato, gli uomini dell’Arma hanno fatto sapere che non sono state trovate tracce di liquido infiammabile, né tracce di altro tipo riconducibili ad un atto doloso. Si fa largo – secondo gli investigatori – l’ipotesi che il vento possa aver spinto le fiamme da un vicino campo agricolo, colmo di sterpaglie, verso la storica villa. L’area archeologica, hanno specificato alla nostra testata i carabinieri, non risulta dotata di custodia né di un sistema di videosorveglianza.
Resta viva la speranza che non siano stati danneggiati gli scavi ma solo la copertura in legno anche se le prime informazioni parlano di mosaici fortemente compromessi. Solo dopo le operazioni di pulizia, però, se ne saprà di più. Come spiegato dall’archeologo ed ex rettore dell’Università di Foggia, Giuliano Volpe – che stamattina su Facebook ha lanciato l’allarme – la copertura era costituita da legno ignifugo perciò, secondo il docente, ci sarebbe la mano di criminali esperti dietro il rogo. In realtà, fanno sapere dal Comando provinciale dei carabinieri, anche il legno ignifugo può cedere col passare di alcune ore.
Intanto su Facebook, Volpe ha fatto sapere che i mosaici sarebbero “danneggiati irrimediabilmente”. Stessa sorte per “marmi cotti, calcinati per il calore e strutture murarie”. Tutto distrutto. “È la fine – scrive l’archeologo -. L’oscillum decorato con la figura di danzatrice presente nello stibadium asportato, rubato. Soprattutto sembra un intervento programmato, ben studiato, fatto da persone esperte, hanno fatto in modo che tutto fosse distrutto in maniera sistematica. Restano ormai solo, oltre ai pochi oggetti portati al museo (la statua di bambino cacciatore, i tre pannelli in opus sectile per fortuna asportati per essere restaurati) e ai materiali nei nostri laboratori, i nostri studi, le foto, i video, i disegni, la nostra memoria e la passione per un sito straordinario”. E ancora: “Rogo degno del KKK, del Reichstag, dell’Isis o meglio della mafia! Un rogo della cultura e della legalità”. Infine l’archeologo ha fatto sapere che “la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio BAT-Foggia da domani sarà a Faragola per liberare la cenatio e le terme e mettere in sicurezza i mosaici e i marmi. Si realizzerà una copertura provvisoria e si organizzerà a breve un pronto intervento per salvare il salvabile. I tecnici restauratori, con Salvatore Patete, sono già operativi da stamattina e lavoreranno senza interruzione fino al raggiungimento dello scopo, anche sabato e domenica. Ecco la prima risposta”. Volpe ha poi postato il documentario di Antonio Fortarezza dedicato alla villa romana. Qui sotto il video.
L’Università di Foggia: “Sito torni presto a disposizione della comunità”
Questa la nota stampa dell’UniFg dopo i fatti di Faragola: “In merito all’incendio che la scorsa notte ha causato la distruzione della copertura degli scavi del sito archeologico di Faragola, nel caso in cui dovesse esserne confermata la natura dolosa, l’Università di Foggia lo riterrebbe un gesto assolutamente inaccettabile. Attraverso il Rettore, prof. Maurizio Ricci, e d’intesa con il Direttore del Dipartimento di Studi umanistici. Lettere, Beni culturali e Scienze della Formazione, prof. Marcello Marin, l’Ateneo fa sapere che si metterà a completa disposizione per addivenire, nel più breve tempo possibile, ad una esatta ricostruzione dei fatti. Al tempo stesso, a nome di tutta la Comunità accademica che rappresenta, il Rettore esprime vicinanza e solidarietà a tutto il gruppo di studenti, archeologi e restauratori che negli anni ha lavorato alla riscoperta e alla valorizzazione del sito, segnatamente al prof. Giuliano Volpe (già Rettore di questa Università).
Lasciando alle autorità competenti il tempo necessario per la ricostruzione della dinamica e per l’accertamento di eventuali responsabilità, l’auspicio dell’Università di Foggia è che Faragola torni presto a disposizione della comunità e che le istituzioni (alla cui cura il sito è affidato) continuino a tutelarlo e conservarlo nel miglior modo possibile”.