Questa mattina gli uomini del comando nucleo polizia tributaria di Bari della Guardia di finanza e del comando carabinieri di Gioia del Colle hanno dato esecuzione a separate ordinanze emesse dall’ Ufficio G.I.P. del Tribunale di Bari, su richiesta di questa Procura, all’ esito di complesse ed articolate attività d’ indagine – anche con operazioni tecniche di intercettazione telefonica e c.d. ambientale – relative a condotte di corruzione di pubblici ufficiali ed alterazione delle procedure di affidamento di opere pubbliche nel settore degli appalti che hanno interessato i comuni di Acquaviva delle Fonti, Altamura e Castellana Grotte.
C’è anche l’assessore ai Lavori Pubblici della Regione Puglia, Giovanni Giannini (Pd) tra le persone indagate a piede libero nell’indagine della Procura di Bari su presunte tangenti in cambio di appalti in alcuni Comuni della provincia di Bari, che ha portato all’arresto di 11 persone, tra i quali il sindaco di Altamura Giacinto Forte (centrodestra, ai domiciliari) e il vicesegretario del Pd di Acquaviva delle Fonti Roberto Ottorino Tisci (in carcere). Giannini, poche ore più tardi, si è dimesso.
Arresti e perquisizioni sono in corso dalla prima mattinata eseguiti dai finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria Bari e dei carabinieri del Comando Provinciale Bari. Al centro dell’inchiesta presunte corruzioni di pubblici ufficiali e alterazione delle procedure di affidamento dei pubblici appalti che ha riguardato alcuni comuni della Provincia di Bari. In tutto le misure di custodia sono 12: due in carcere, dieci ai domiciliari. Le perquisizioni hanno interessato Bari, Roma, Altamura, Acquaviva delle Fonti e Castellana Grotte e in altri comuni del Sud Barese. Agli indagati vengono contestati i reati di corruzione e turbativa d’asta.
Agli atti delle indagini di Gdf e Carabinieri c’è un presunto episodio di corruzione che avrebbe coinvolto l’assessore regionale Giannini (Pd). In particolare, un imprenditore di Polignano a Mare, Modesto Scagliusi, titolare del notissimo ristorante Grotta Palazzese e del salottificio Soft Line srl di Modugno (Bari), – secondo quanto emerso dalle indagini – avrebbe corrotto l’assessore regionale con arredi domestici per la figlia dell’amministratore, in cambio del suo interessamento per agevolare pratiche in corso con la Regione a beneficio del ristorante, riguardanti un finanziamento regionale pari ad oltre 2 milioni di euro. Il finanziamento, nel quadro dei Piani Integrati Agevolazioni al Turismo, è stato concesso nel 2017. Obiettivo della presunta dazione di denaro sarebbe stata anche l’intercessione di Giannini, non andata a buon fine, presso la Sovrintendenza ai Beni culturali di Bari per l’approvazione di un progetto di variante relativi ai lavori sul ristorante.