
Dopo una settimana di insulti rivolti ai contestatori che in massa si sono riversati in piazza per ricevere rassicurazioni sul tema “puzza”, il consiglio comunale di Cerignola ha registrato tre momenti di tensione e relative sospensioni, fino a quando Federazione Civica, Partito Democratico e Forza Italia – che hanno giocato di sponda – hanno abbandonato l’aula facendo mancare il numero legale condannando il sindaco Franco Metta alla conta dei soli cicognini, insufficienti per approvare tutti i punti all’ordine del giorno. Situazione resa ancora di più incandescente anche a causa dell’irruzione di Gerardo Bevilacqua, il “Ribellione”, accompagnato da alcuni suoi sodali.
I temi della ztl e del depuratore sono stati fatali, perché il comitato creato dalle casalinghe – con Maria Sciscio in primis – ha apertamente e pacificamente contestato il primo cittadino, anche in virtù delle ennesime promesse mancate. Sulla viabilità il sindaco ha nuovamente snobbato le indicazioni provenienti dalle associazioni di categoria e dai cittadini (ieri poi è stata investita una bambina nei pressi della villa – a varco attivo – da un altro minore a bordo di una bici elettrica), mentre sul tema depuratore le risposte dell’assessore all’ambiente Lionetti sono state ritenute insufficienti. La situazione è precipitata quando il cicognino ha nuovamente attaccato e sminuito la cittadinanza, relegandola a semplice appendice a servizio dei partiti politici. Negli stessi minuti Franco Metta, attraverso i social, si lasciava andare a ulteriori provocazioni, che hanno esasperato gli animi.
Così il consiglio comunale è stato interrotto più volte con l’intervento della polizia, che ha mediato in diverse occasioni. Oltre 250 persone in aula Di Vittorio hanno in più riprese fermato i lavori, sostanzialmente in un clima pacifico ma determinato. La contestazione, però, non è piaciuta al sindaco che – dopo un duro faccia a faccia con il commissario Loreta Colasuonno – ha imposto, invano, al presidente del consiglio Leonardo Paparella di chiudere anzitempo i lavori e concludere il consiglio.
Al diniego di Paparella, si è passati a trattare il punto relativo alla costituzione del DUC, il distretto urbano del commercio votato all’unanimità, e poi Forza Italia, Pd e Federazione Civica hanno lasciato l’aula, rendendo impossibile la prosecuzione dei lavori. Tra i temi irrisolti, alcuni caratterizzanti dell’amministrazione, come il piano delle alienazioni (cavallo di battaglia di Metta) o il permesso a costruire da rilasciare alla Diocesi di Cerignola-Ascoli Satriano (altro bacino elettorale cicognino). I cittadini, poi, hanno sfilato in segno di protesta per le vie della città.
La lettera del sindaco
A seguito degli avvenimenti di ieri in consiglio comunale, Metta ha poi scritto a prefetto e questore.
Signor Prefetto di Foggia.
Signor Questore di Foggia.
Il Consiglio Comunale di Cerignola è stato ostaggio ieri sera di una drappello di trecento scalmanati, capeggiati dal noto Bevilacqua, in combutta con il gruppo consiliare del PD ed il suo capogruppo Tommaso Sgarro.
L’atto eversivo mette in pericolo le regole democratiche.
Da mesi la Città è ostaggio di pochi prepotenti e violenti.
Strumentalmente utilizzati da chi ha perso le elezioni per sovvertire l’assetto democratico prescelto con il voto dai cittadini.
Chiedo alle SS LL di assumere le necessarie iniziative per impedire che simili episodi abbiano a ripetersi.
Franco Metta Sindaco di Cerignola.
Sgarro, Cicolella, Dalessandro, Dibisceglia, Moccia, Mirra, Rendine: «La maggioranza non esiste più! Il sindaco ne prenda atto e si dimetta»
«Con altri uomini e altre stagioni della politica non ci sarebbero stati dubbi, il sindaco oggi avrebbe protocollato le dimissioni prendendo atto di non avere, non solo più la maggioranza sociale in città, ma anche quella politica in consiglio comunale. Questa stagione della politica e questi uomini, invece, hanno mostrato un attaccamento tale alla poltrona e una voracità, che già sappiamo oggi il sindaco farà finta di niente e attaccherà ancora volgarmente i cittadini e l’opposizione». Commentano così i gruppi consiliari del centrosinistra quanto accaduto ieri in consiglio, la contestazione dei cittadini e la chiusura anticipata della seduta per la mancanza del numero legale a causa dall’uscita dall’aula di consiglieri di centrosinistra, Forza Italia e Federazione .
«Abbiamo dimostrato con i fatti che la maggioranza non esiste più! Il resto un susseguirsi di incresciosi episodi. -continuano i consiglieri- In piena bagarre, quando i cittadini hanno messo in campo una contestazione mai verificatasi prima nella storia politica cerignolana, sindaco e suoi adepti provocavano ancora in maniera becera via social dimostrando scarsissimo senso delle istituzioni. Una sceneggiata che passerà agli annali. Incapaci a dare risposte sulle ennesime prese in giro ai cittadini sono scappati, si sono nascosti, hanno preferito non mettere la faccia. Questa è l’avvilente stagione politica del “cambiamento”, oramai ridotto a farsa. Non risposte ma insulti. Non soluzioni ma bugie. Su ZTL e problema “puzza” ieri abbiamo smascherato incompetenza e malafede di questa amministrazione».
«Si prenda atto del fallimento di questa stagione. Si prenda atto che c’è un’intera città indignata da chi chiede rispetto ma non lesina ad offendere. Si prenda atto che chi ha seminato vento e ora sta raccogliendo tempesta ha perso il controllo della situazione. Cerignola è in balia delle onde tra affaristi, politicanti e una tensione sociale oramai alle stelle. È dal nostro punto di vista, -concludono i consiglieri di centrosinistra- a questo punto, necessario un fronte ampio, democratico e popolare che sia capace di ricucire una città dilaniata da anni di lotte, urla, e assenza di autentica e vera dialettica politica. Si chiuda il prima possibile questa fallimentare stagione politica per Cerignola».
(ha collaborato Michele Cirulli)