
Cala la mobilità passiva extraregionale, diminuiscono le prestazioni inappropriate e migliorano i conti. Gli Ospedali Riuniti di Foggia tracciano il primo “bilancio sociale” della gestione di Antonio Pedota. All’orizzonte, si prospetta uno scenario in chiaroscuro, con il potenziamento infrastrutturale (il nuovo Deu e le grandi macchine di ultima generazione) ma con la grave carenza di personale.
“Nonostante gli ottimi risultati raggiunti – ha spiegato il dg – ci ritroviamo nella difficoltà di reclutare nuovo personale e con i problemi dei trasferimenti che si riducono di anno in anno. Negli ultimi anni abbiamo ricevuto 8,2 milioni in meno, ciononostante siamo riusciti a chiudere il bilancio 2016 con 800mila euro di attivo. Se non avessimo lavorato bene sui conti, ora saremmo in piano di rientro”.
I viaggi della speranza, stando ai dati sciorinati dal dg, sono scesi del 20 per cento nel 2016 (nel 2014 circa 14500 foggiani si curavano fuori, con una perdita secca di 57 milioni di euro, ora sono 11600). Il miglioramento della qualità dei servizi, però, si scontra con i ritardi burocratici (la gara Consip per l’acquisto di un nuovo mammografo va a rilento) e con il diniego di alcuni medici nell’accettare gli incarichi: l’ultimo concorso per primari ha infatti raccolto solo secchi niet.
Sul versante degli infermieri e degli oss, invece, sono intervenute le ultime indicazioni della Regione Puglia per l’applicazione del decreto Madia. “Mi auguravo di venire qui oggi – ha continuato Pedota – con la delibera firmata per il concorso per le assunzioni di infermieri e oss. A fine maggio è intervenuto il decreto Madia che prevede una preventiva stabilizzazione dei precari della sanità. Questo ovviamente ci costringe adesso ad un lavoro di verifica interno e di lettura della norma che non è del tutto chiara”. Ritardi di questo genere allontanano l’obiettivo del “ringiovanimento del personale”. I dati, al 2016, sono piuttosto impietosi: per i medici l’età media è di 56 anni, per gli infermieri 52, il resto del personale viaggia sui 55.
Anche l’appropriatezza – grazie all’adeguamento dell’azienda al sistema regionale Edotto – è migliorata notevolmente. Nel 2016, le sdo (schede di dimissione ospedaliera) non validate, quindi non pagate dalla Regione Puglia, sono state 36, a fronte di più di 1000 nel 2014.
Nuovo ospedale nel 2018, ma si rischia lo “scatolone vuoto”
C’è bisogno di nuovi spazi, almeno questa è la convinzione in viale Pinto. Grazie ad una transazione con l’azienda che ha vinto l’appalto da 65 milioni di euro per la costruzione del Deu, si è passati da un produzione in cantiere di 4600 euro al giorno a 30mila nel 2016. “L’opera è fondamentale per la chirurgia vascolare e per la cardiochirurgia – ha ricordato Pedota -. Con l’interruzione dei lavori avevamo pensato di spostare tutto, ma grazie all’atto transattivo potremmo avere la consegna dell’opera ad aprile 2018“. Poi, bisognerà riempirlo di personale: “L’impegno è a coprire tutti i vuoti in organico entro la fine di quell’anno”. Nel 2017 dovranno essere completati anche i lavori per il consolidamento e la rifunzionalizzazione del plesso Maternità: quasi 14 milioni di euro sono stati destinati all’adeguamento sismico della palazzina. A questi interventi, si aggiunge l’ampliamento del pronto soccorso con 25 posti letto completamente monitorati e dotati delle attrezzature per il trattamento semintensivo del paziente critico.
Di Gioia: “Questo management il migliore della Puglia”
L’assessore regionale all’Agricoltura, Leonardo Di Gioia, ha elogiato il lavoro svolto dai vertici dell’azienda, riferendosi in particolare alle “doti di Antonio Pedota che ho conosciuto prima dell’incarico a Foggia e che ha dimostrato di essere un ottimo direttore generale”. L’ex assessore al Bilancio ha parlato di “ottima gestione del bilancio” e si è soffermato sul riadeguamento degli stipendi: “E’ stato un atto di giustizia nei confronti di chi assume responsabilità e lo fa con grande professionalità”. Nei rapporti con l’università, Di Gioia ha parlato di “sottile punto di equilibrio finalmente raggiunto”. Sul punto, il rettore Maurizio Ricci ha invitato la provincia ad informarsi sulle competenze raggiunte a Foggia prima di imbarcarsi in lunghi – e costosi – viaggi fuori regione. Infine, l’assessore della Giunta Emiliano ha toccato il tema dei rapporti con Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo: “Dobbiamo evitare doppioni – ha concluso -, l’unico modello di coesistenza sarà quello della cardiochirurgia, ma bisognerà valutare attentamente l’aspetto economico. Abbiamo voluto una cardiochirurgia pubblica anche in questa provincia, pur sapendo che all’inizio ci vorrà un impegno economico importante”.