Nella serata di ieri gli agenti del commissariato di Manfredonia, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Tommaso Tomaiuolo di 22 anni, con precedenti di polizia, con l’accusa di minacce nei confronti dei titolari di un negozio del centro sipontino.
Le minacce facevano riferimento all’episodio del danneggiamento, mediante il collocamento di una “bomba carta”, ai danni di un esercizio commerciale avvenuto nel giugno del 2015. La deflagrazione dell’ordigno, non solo provocò ingenti danni al negozio davanti al quale era stata collocata la bomba carta, ma anche ad alcune abitazioni poste nelle vicinanze e ad alcuni veicoli parcheggiati nei pressi.
Solo per un caso fortuito, nessun passante rimase ferito. Infatti la bomba carta esplose in una zona che in quel momento era frequentata da diversi giovani, per via della presenza di alcuni locali della “movida” sipontina. Dunque in seguito al grave fatto, gli agenti avviarono le prime indagini finalizzate all’individuazione dell’autore.
Furono ascoltati i titolari del negozio ed acquisite le immagini di video-sorveglianza non solo di impianti presenti sul luogo dell’esplosione, ma dislocati anche a distanza di qualche chilometro. Il lavoro certosino, svolto dal personale del commissariato, in particolare la visione di diverse ore dei filmati acquisiti, consentì di raccogliere numerosi elementi utili all’individuazione dell’autore, nonostante questi fosse completamente travisato.
In particolare, visionando i filmati, si ebbe modo di osservare che la persona che aveva collocato l’ordigno presentava gli arti inferiori con la caratteristica conformazione ricurva verso l’esterno, cosiddetto ginocchio “varo”. Tra le persone che presentavano tale caratteristica fisiche, vi era una persona già nota agli agenti che stavano conducendo le indagini: Tommaso Tomaiuolo. Pertanto gli agenti decisero di effettuare una perquisizione presso la sua abitazione al fine di trovare elementi di riscontro all’attività di indagine.
Nel corso della perquisizione in un cassetto del mobile della camera da letto, fu recuperata una pistola lancia-razzi, con caricamento a tamburo, senza marca riportante la dicitura modello 1917 calibro 22. Recuperato anche un jeans che appariva identico a quello indossato dalla persona ripresa all’atto di collocare l’ordigno. Confrontando i fotogrammi estrapolati dall’impianto di video-sorveglianza, si era potuto constatare la corrispondenza dei particolari tagli applicati sul capo, nonché le toppe, in maniera particolare quella applicata sulla coscia destra del pantalone, che facevano ritenere con assoluta certezza, che il capo di abbigliamento sequestrato, era quello indossato dalla persona che aveva collocato l’ordigno esplosivo e dunque Tomaiuolo.
Gli agenti rinvennero anche il paio di scarpe indossate dal giovane mentre collocava l’ordigno. Per i fatti accertati, fu deferito all’autorità giudiziaria e rinviato a giudizio. Lo scorso febbraio, quando ormai era già in corso il processo penale di primo grado a carico del giovane, questi si è avvicinato a un parente dei titolari del negozio, danneggiato dall’esplosione, minacciando che avrebbe fatto saltare in aria il negozio qualora non fossero state ritirate le accuse mosse nei suoi confronti. “Riferisci ai tuoi parenti che la prossima volta che dicono che il negozio l’ho acceso io, il negozio lo ritrovano giù al mare”.
L’attività di indagine svolta dalla polizia, in seguito alle minacce proferite dal giovane, ha evidenziato a che effettivamente il 22enne aveva cercato di intimorire i titolari del negozio durante le fasi del processo, ancora pendente, affinchè ritrattassero le accuse mosse nei suoi confronti.
Pertanto sulla scorta degli elementi raccolti e considerato il rischio concreto che il giovane potesse mettere in atto le gravi minacce, il pm che ha coordinato le indagini, ha chiesto e ottenuto il provvedimento restrittivo nei confronti di Tomaiuolo. A conferma del pericolo concreto che il 22enne passasse alle vie di fatto, si ricorda che nel dicembre del 2016, in località Ruggiano, personale del commissariato di Manfredonia lo aveva tratto in arresto poiché responsabile di detenzione e fabbricazione illecita di materiale esplosivo.
Durante la perquisizione domiciliare i poliziotti del commissariato sipontino recuperarono a casa del ragazzo, 47 ordigni esplosivi di fabbricazione artigianale, per un peso complessivo di oltre dieci chilogrammi. Dunque il gip, ritenendo la possibilità che se lasciato libero avrebbe potuto commettere altri gravi reati, ha emesso l’ordinanza di custodia cautelare. Al termine delle formalità di rito, Tomaiuolo è stato sottoposto al regime degli arresti domiciliari presso la propria abitazione a disposizione dell’autorità giudiziaria procedente.