
Un neonato di due mesi è deceduto a causa di una forma particolarmente aggressiva di meningite (sepsi meningococcica). Il piccolo è giunto (da Troia) domenica scorsa agli Ospedali Riuniti di Foggia “già in gravissime condizioni”. “È arrivato in Pronto soccorso alle 13 e 20 circa – riferiscono dal policlinico -, ed è stata effettuata repentinamente una consulenza pediatrica che ha messo in evidenza la gravità del caso. Dopo questa prima analisi, in cui sono stati prelevati i campioni analizzati con gli esami colturali (il riscontro è stato subito positivo), il neonato è stato trasferito d’urgenza in Rianimazione, dove è stato isolato e trattato. I sintomi avevano già dato un quadro preciso, per via della febbre altissima, delle convulsioni e della presenza di secrezioni purulente nelle urine. L’evoluzione è stata rapidissima trattandosi di una patologia fulminante. Il decesso è stato registrato intorno alle 20 dello stesso giorno”.
Secondo quanto riferito, il bambino è stato “isolato e trattato nel reparto di Rianimazione”, per via della particolare “infezione infettiva”: “Sono stati effettuati diversi massaggi cardiaci, purtroppo però è stata riscontrata una gravissima insufficienza multiorgano, per la quale si è potuto fare ben poco. Si tratta di un caso rarissimo che per pazienti molto piccoli e con un sistema immunitario debole, comporta il decesso nel 99 per cento dei casi. Il personale ha seguito scrupolosamente tutta la profilassi – spiegano da viale Luigi Pinto -, ed ha provveduto ad allertare l’istituto di igiene dell’Asl, che si è prontamente adoperato per sanificare gli ambienti”.
SCHEDA/ Il batterio e i vaccini
Tra il secondo ed il terzo mese di vita è previsto un ciclo di vaccinazioni obbligatorie, tra le quali non è previsto il meningococco. L’agente responsabile è un batterio denominato Neisseria Meningitidis detto anche Meningococco. Sono attualmente noti tredici tipi (sierotipi) di Meningococco, ma solo cinque (A, B, C, Y, W135) sono rilevanti dal punto di vista clinico e capaci di provocare malattia ed epidemie. I sierotipi B e C sono responsabili della maggior parte dei casi in Italia, Europa e Americhe, sebbene anche i casi da attribuire ai tipi Y e W135 siano in aumento. I sierotipi A e C prevalgono in tutta l’Asia e l’Africa, il sierotipo W135 è noto per le meningiti verificatesi tra i pellegrini di ritorno dalla Mecca e per le epidemie in Africa. La trasmissione avviene attraverso goccioline nasali e faringee di persone infette o portatori. Il periodo di incubazione è in media di 3-4 giorni. La fascia di età in assoluto più colpita è quella al di sotto di 5 anni di età, ma anche quella degli adolescenti ed i giovani fino ai 25 anni di età. Nel caso dei viaggiatori internazionali la suscettibilità riguarda anche l’età adulta.
La meningite è la presentazione più comune di malattia invasiva da meningococco. I sintomi di meningite sono comparsa improvvisa di febbre, mal di testa, e rigidità del collo, spesso accompagnata da altri sintomi, quali nausea, vomito, fotofobia (sensibilità dell’occhio alla luce), e stato mentale alterato.
Sepsi meningococcica (setticemia o meningite da meningococchi) avviene senza meningite nel 5%-20% delle infezioni invasive da meningococco. Questa condizione è caratterizzata da insorgenza improvvisa di febbre e rash, spesso associata a ipotensione, shock, insufficienza multi-organo. Presentazioni meno comuni di malattia meningococcica includono polmonite (dal 5% al 15% dei casi), artrite (2%), otite media (1%), e epiglottite (meno dell’1%).