
Condannato a un anno per aver ucciso il ladro ma per il 54enne imprenditore agricolo di Troia, Michele Marchese, la storia non è ancora finita. La Procura generale di Bari ha depositato l’appello contro la sentenza del tribunale di Foggia che a febbraio scorso aveva condannato l’uomo a un anno, pena sospesa, per la morte di Antonio Diciomma, 67enne di Cerignola sorpreso mentre si intrufolava nella proprietà di Marchese. Il pm aveva chiesto 10 anni per omicidio volontario mentre i familiari di Diciomma 2 milioni e mezzo di risarcimento. Ma il giudice, ritenendo che Marchese avesse sparato al buio, aveva deciso per l’omicidio colposo, considerando anche lo stato di incensuratezza dell’imprenditore.
Ma la Procura punta dritta all’omicidio volontario e ha depositato appello convinta che quella notte la visuale fosse ottima e la distanza tra vittima e Marchese non oltre i 50 metri. Una condotta, quella dell’imprenditore agricolo, caratterizzata dal dolo eventuale perché fece fuoco proprio verso Diciomma e il suo complice. Non avrebbe sparato al solo scopo intimidatorio, insomma, accettando l’eventualità di uccidere l’uomo. Nemmeno il fatto che Marchese abbia subito soccorso Diciomma e allertato i carabinieri sarebbe motivo, per la Procura, di derubricare il reato a semplice omicidio colposo. La vicenda è tutt’altro che chiusa.