Padri e figli in campo, per giocare e sorridere oltre le barriere fisiche ed emotive. È stato un pomeriggio diverso quello del 19 dicembre nella Casa Circondariale di Foggia, per le persone ristrette, per le loro famiglie ma anche per i volontari e per chi nel Carcere ci lavora.
I detenuti con e senza figli si sono sfidati per dare voce e visibilità ai bambini – oltre 100mila ogni anno in Italia – che hanno un genitore recluso, per sensibilizzare istituzioni, sistema carcerario, media e opinione pubblica affinché non vengano emarginati solo perché figli di detenuti. Sugli spalti, a tifare per i propri papà, mariti e figli una decina di famiglie, che hanno sfidato il freddo con il sorriso.
“È stata una festa di famiglia – spiega il volontario Luigi Talienti, organizzatore dell’evento – che intendiamo ripetere già all’inizio del nuovo anno. Per questo, lanciamo un appello alle Autorità cittadine, affinché condividano momenti così intensi: in fondo, queste iniziative hanno come obiettivo l’apertura del carcere al territorio e alla comunità”.
“Il carcere di Foggia – sottolinea il Presidente del CSV Foggia, Pasquale Marchese – è sempre molto attento e disponibile con il mondo del volontariato. Grazie alla collaborazione e alla disponibilità del direttore, Mariella Affatato, dell”Area Educativa, coordinata da Eleonora Arena e dell’intero corpo di Polizia Penitenziaria, è possibile realizzare diversi progetti presentati dalle realtà del Terzo Settore, con il sostegno della Fondazione Banca del Monte di Foggia. L’associazionismo in ambito penitenziario ha grandi potenzialità: il volontariato passa da un ruolo prettamente assistenziale ad un ruolo più attivo, nella misura in cui gli viene riconosciuto il compito di cooperare al reinserimento sociale previsto dall’ art. 27 della Costituzione. Viene così ad agire in un’ottica più ampia, che si colloca nella linea della legge quadro n. 266 del ’91, che riconosce al volontariato organizzato un ruolo attivo di partecipazione e stimolo alle istituzioni e agli enti pubblici”.
“È stato bello vedere, nell’ultimo scorcio del secondo tempo della partita – racconta il cappellano del Carcere di Foggia, Fra’ Eduardo Giglia – i bambini piccoli tirare i calci in porta ai propri papà, tenendo per mano i nonni. Sono emozioni difficili da raccontare”. “Sono proprio i bambini, la loro gioia i protagonisti di questa iniziativa – conclude Talienti – per qualche ora è sembrato di non essere in un Istituto Penitenziario. Tante, troppe famiglie si rompono per nulla e invece iniziative come questa dimostrano che ci si può anche riunire nella lontananza e nella sofferenza”.
Lo scorso 16 dicembre, sempre nel Carcere di Foggia, con la collaborazionedell’Ass. Arbitri ACSI, è stato disputato un torneo quadrangolare che ha visto scendere in campo rappresentanti dell’Ordine degli Avvocati di Foggia, del CARA di Borgo Mezzanone (Centro di Accoglienza per Richiedenti Asilo) e alcuni studenti dell’Istituto “Pacinotti”, che hanno affrontato la squadra dei detenuti del Vecchio Complesso.
Intanto, gli assistenti volontari del Carcere, con la collaborazione di Fra’ Eduardo, stanno preparando una sorpresa per la vigilia di Natale, per la quale è già partita una raccolta fondi, cui hanno partecipato l’Ass. Legali di Capitanata, il CPIA 1 e il personale del CSV Foggia.